Pistoia, 1 agosto 2011 - «NON ce l’ho fatta....Non ho fatto niente per lui...Non ho fatto niente...». Roberto Gavazzi non riusciva a dire altro ieri mentre guardava il corpo del suo ragazzo pietosamente coperto con un telo verde dai soccorritori. Sopravvivere alla morte di un figlio è una condizione che, per un essere umano, supera qualsiasi soglia del dolore. Qui, un padre, non soltanto ha perso un figlio, ma lo ha visto morire tra le fiamme senza che le sue elevate capacità professionali di infermiere quotidiananamente impegnato nell’emergenza, gli consentissero di salvargli la vita. Nessuno avrebbe potuto farlo. Lorenzo Gavazzi, 22 anni compiuti il 20 luglio, è morto per una rapidissima sequenza di fatali circostanze: affrontava la discesa di via di Arcigliano a velocità contenuta, a bordo della sua amata Yamaha, è scivolato sulla ghiaia all’uscita di una curva, la caduta lo ha lanciato per cento metri sull’asfalto mentre le scintille dell’attrito, ricadendo, probabilmente, sul motore surriscaldato, hanno innescato definitivamente la tragedia, è bastata una piccola fuoriuscita di benzina e l’impatto finale con la Panda parcheggiata lungo la strada ha significato l’esplosione del serbatoio, il boato e le fiamme che hanno avvolto il giovane, senza scampo.
Quella Panda apparteneva ad un residente del luogo, che si era fermato qualche minuto per depositare il cartone nell’apposito contenitore e che ha fatto in tempo per un soffio a spostarsi quando ha visto la moto scivolare nella sua direzione. Niente ha potuto, il padre del giovane, che si è tuffato nel fuoco per tirarlo via, che si è spogliato per spengerlo. Niente. Lorenzo è morto senza un lamento, tra le braccia ustionate del suo babbo, in un lago di sangue. Una scena che nessuno dei soccorritori dimenticherà, sono arrivati a sirene spiegate: Vigili del Fuoco, Automedica del 118, Croce Verde, carabinieri. Non si fa l’abitudine alla morte, mai. Non si dimentica un padre inginocchiato sul corpo del figlio, in mezzo alla strada. Sul posto, oltre alle squadre di soccorso, sono intervenuti anche i colleghi del 118 e il dirigente della sala operativa, il dottor Piero Paolini. Hanno cercato di confortare in ogni modo il loro collega. grande dolore e rispettoso silenzio nella sede dell’Asl di Montecatini, dove lavora Roberto Gavazzi, per la morte improvvisa del figlio Lorenzo. Condoglianze e affetto arrivano a Roberto e alla moglie dai colleghi del 118 e dai volontari della Società di Soccorso pubblico, della Misericordia di Montecatini, ma anche da tutti gli amici della Pubblica assistenza di Monsummano.
Lorenzo Gavazzi era un ragazzo bellissimo come bella era la vita che gli profilava davanti: si era diplomato all’Itis Fedi e lavorava presso uno studio tecnico di Montecatini aveva una fidanzata e tante passioni: la moto, ma anche lo sport: la Pistoiese, Pistoia Basket, il Milan, Valentino Rossi. Un ragazzo radioso che è uscito di casa guardando la vallata da Felceti sotto un sole quasi settembrino e che mai avrebbe potuto immaginare che, di lì a poco, il sole, per lui e per i suoi cari, si sarebbe spento per sempre.
Lascia il babbo Roberto, la mamma, il fratello maggiore Leonardo, che ha 28 anni e gestisce il bar di Porta San Marco, davanti alla sede della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. Una famiglia conosciuta, stimata, riservata, per la quale la vita non sarà mai più la stessa.
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