Pistoia, 18 maggio 2012 - PRESTAZIONI SESSUALI gratis in cambio di preziose ‘soffiate’ su controlli e pattuglioni della polizia nell’ambiente delle ‘lucciole’, che sarebbero scattati nelle serate a seguire. Lo scambio sesso-informazioni sarebbe avvenuto tra alcune prostitute straniere che esercitano a Montecatini, e un poliziotto, un graduato della squadra volanti del commissariato termale.
Per questo C.M., 35 anni, dal 2008 in servizio a Montecatini proveniente dalla questura di Lucca, è stato arrestato martedì pomeriggio. Ora si trova in carcere a Pistoia, ieri è stato sentito dal gip Tredici per l’interrogatorio di garanzia. E’ stato sospeso dal servizio. Ad ammanettare il poliziotto ‘infedele’ è stato lo stesso dirigente del commissariato, il vicequestore aggiunto Corrado Mattana, nel suo ufficio. Uno dei momenti più delicati e dolorosi della lunga carriera di Mattana, arrivato da pochi mesi a comandare il commissariato di Montecatini dopo aver diretto importanti operazioni anti-prostituzione in altre parti d’Italia.
UN ESPERTO del settore, capace di cogliere fin dall’inizio comportamenti stravaganti anche nei propri uomini. E proprio dalle frequentazioni particolari e soprattutto dall’atteggiamento fin troppo esuberante del poliziotto nei contatti (per lavoro) con le lucciole, che sono nati i primi sospetti invstigativi. Arricchiti dalle dichiarazioni di una prostituta, che racconta di una collega che si vanta in giro di conoscere bene un poliziotto. Gli accertamenti iniziali scattano a fine gennaio, ma le indagini — stando almeno a quel pochissimo che filtra da ambienti investigativi, il riserbo è comprensibilmente di granito — hanno avuto un’escalation nelle ultime settimane. Il sostituto procuratore di Pistoia, Claudio Curreli, delega l’inchiesta direttamente al dottor Mattana: un segno di fiducia nella capacità di far pulizia al suo interno da parte dello stesso commissariato. Iniziano pedinamenti e intercettazioni telefoniche, si ascoltano testimoni, si scopre un cellulare ‘segreto’ con il quale il poliziotto ‘troppo amico’ delle ragazze di vita teneva i contatti proibiti con loro (non più di tre o quattro giovani donne). Dagli accertamenti non sono emerse nè richieste nè consegne di denaro all’agente, ma solo favori sessuali.
NELL’ORDINE di custodia cautelare, il poliziotto (un laziale residente in un comune della Valdinievole), si cita come reato la «rivelazione di segreto d’ufficio con il concorso del favoreggiamento della prostituzione». L’inchiesta non è chiusa, come è ancora forte l’emozione causata dalla notizia dell’arresto tra i colleghi di lavoro: dell’indagine in corso sapevano soltanto un pugno di fidatissimi collaboratori del dirigente.
Ieri, assistito dall’avvocato Giuseppe Castelli, il graduato è stato interrogato dal giudice delle indagini preliminari. Ha risposto per un’ora e un quarto alle domande, lucido, appena un momento di cedimento con qualche lacrima, sostenendo che con le prostitute non ci sono mai stati ricatti o prestazioni sessuali, ma un rapporto di amicizia scaturito tra un investigatore e alcune sue fonti confidenziali. L’avvocato Castelli ha chiesto gli arresti domiciliari per il poliziotto, il gip deciderà entro pochi giorni.
Simone Boldi
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