Pistoia, 17 settembre 2012 - Sono stabili ma ancora gravi le condizioni della piccola Mara, la neonata di due mesi azzannata alla testa dal cane di casa, sabato mattina, mentre si trovava nel lettone del babbo e della mamma, nella casa dove la famiglia vive isolata, nei boschi dell’Alta Valdibure. La bambina, ricoverata all'ospedale Meyer di Firenze, è sedata ed è attaccata al respiratore automatico. Ieri mattina c'era un cauto ottimismo. Poi, in giornata un aggravamento, conseguenza dell'emorragia cerebrale provocata dal morso. La prognosi continua ad essere riservata.

Dottor Enrico Alleva, direttore del reparto di Neuroscienze comportamentali dell’istituto superiore di sanità e presidente della società italiana di Etologia, cosa pensa del caso della bimba azzannata dal siberian husky di casa?
«Per ora le informazioni disponibili sul caso specifico sono scarse, bisognerebbe comprendere bene il contesto nel quale il fatto si è verificato e valutare quali sono stati i fattori scatenanti».
Potrebbe trattarsi di gelosia?
«Con i dati a disposizione non saprei dire. Se fosse così comunque è difficile che non ci sia stata un’escalation, qualche episodio che lasciava pensare alla gelosia del cane».
L’aggressività di un cane è legata alla sua razza?
«Il problema dell’aggressività è più legato alla storia psicologica del singolo animale che alla sua razza. Un cane può manifestare aggressività indipendentemente dalla razza alla quale appartiene. Dopo questo episodio non si deve pensare che tutti gli husky siano aggressivi».
Che cosa si può fare quindi per evitare che un cane diventi aggressivo?
«E’ molto importante che le persone imparino a gestire gli animali. Va creata una cultura zoo-antropologica. I proprietari di cani devono creare con loro un rapporto di empatia affettiva. Devono educarli con affetto e responsabilità, facendo molta attenzione ai rapporti sociali. Il cane, non dimentichiamolo, va curato e tenuto bene, ad esempio non si deve lasciare che soffra la sete. E’ una questione culturale: non si può lasciare un cane abbandonato a se stesso».
E quali consigli in particolare si possono dare quando in una famiglia dove c’è un cane arriva un neonato?
«Se l’animale vive in casa a stretto contatto con le persone è necessario fargli capire che il neonato è parte integrante del gruppo familiare. Chi si trova in questa situazione può chiedere consigli a un veterinario o a un etologo. E’ possibile anche consultare il nostro sito di Neuroscienze comportamentali: www.iss.it/neco».
Quali sono, secondo lei, i provvedimenti giusti da adottare nei confronti di un animale protagonista di episodi di aggressività?
«Ovviamente bisogna valutare caso per caso. Esiste la possibilità che il cane possa essere rieducato».
Come ci si deve regolare quando si sceglie un cane per amico?
«A volte la scelta di un cane viene fatta solo in funzione della razza o perché quel certo cane ce l’ha la regina d’Inghilterra oppure un calciatore famoso. Bisogna però ricordarsi anche che molto spesso i cani presi nei canili sono docili e affettuosi».