Pistoia, 6 novembre 2012 -  Non è per dar contro ai pratesi, se a Pistoia l’idea di far parte della nuova Città metropolitana non incontra sollevazioni popolari o crociate istituzionali. Nella provincia datata 1927, nessun politico si è nemmeno sognato di imitare il sindaco della città del tessile, Roberto Cenni e rilasciare interviste-provocazione, più o meno comodamente seduto su un wc. I pistoiesi la prendono molto meglio. Loro, di finire con chi li ha sempre considerati dei "piri", non si preoccupano poi molto. Anche perchè, il capoluogo sarà Firenze, con tanti saluti ai sogni di gloria di tutti gli altri. Dal mondo della cultura, all’economia, allo sport, i pistoiesi applaudono almeno a questa decisione del Governo Monti. Con poche precisazioni.

 

Dal punto di vista sindacale il discorso è chiaro. "Giusta l’area vasta centrale che presenta molti punti in comune dal punto di vista socio-economico — è il parere di Daniele Quiriconi, ex segretario provinciale Cgil oggi in segreteria regionale —. C’è casomai da precisare funzioni e articolazioni del nuovo ente, pena il rischio di formare una Regione nella Regione. E c’è da evitare che tutte le funzioni si spostino su Firenze".

 

Scetticismo da mettere da parte per Roberto Maltinti, presidente Pistoia Basket, nonchè ex presidente della Pistoiese. "Credo sia una scelta logica, basta evitare un nuovo ‘baraccone’ istituzionale". Anche per gli amanti della rivalità a ogni costo non ci sarebbe comunque da preoccuparsi: "I campanilismi rimarranno anche con la Provincia unica", assicura Maltinti.

 

"I dipendenti non perderanno il lavoro: e allora che problema è? Io avrei accorpato anche molti Comuni — dice Giuliano Livi, presidente dell’Accademia del Ceppo — perchè è assurdo averne uno ogni tre metri". Identità territoriali a rischio? "Non mi pare una gran tragedia, lo è solo per Prato, diventata Provincia da poco. Ma per quanto mi riguarda, sarà anche bello potersi dire fiorentini", sorride il professor Livi.

 

Concorda Maurizio Tuci, altro esponente del mondo culturale pistoiese: "Mi sembra la nostra città metropolitana abbia un fondamento logico, i problemi casomai son per Livorno e Pisa — ride —. Da un punto di vista culturale Pistoia è molto diversa da Firenze e Prato ma proprio per questo, l’unione potrebbe darci nuovi sbocchi positivi. Dipende tutto da come ce la giocheremo", spiega Tuci.

 

"E da oggi Pistoia è in provincia di Fi-Renzi". Ci scherza sù, e non potrebbe essere altrimenti per chi come Andrea Agresti, uomo di spettacolo reso celebre da programmi come Striscia la notizia e Le Iene, l’ironia ce l’ha nel sangue. Ma battute a parte, nella città metropolitana, Agresti, che per lavoro gira l’Italia in lungo e in largo non ci vede niente di sbagliato. "C’è chi sta peggio, basta prendere Pisa e Livorno. A noi tutto sommato è andata bene, andiamo sotto la corte dei Medici. Anche se poi chi può dirlo come andrà: ‘del doman non v’è certezza...’".