Pistoia, 28 luglio 2017 - «Stai zitta, perché altrimenti uccidiamo la bambina». Un pomeriggio di terrore quello vissuto dalla donna e dalla sua nipotina, aggredite nella loro casa, senza un perché. La vicenda risale a un anno fa, nel luglio l 2016, a Pieve a Nievole. All’inizio si era pensato a un tentativo di rapina, poi fallito, perché la donna, pur sotto minaccia, era riuscita a urlare e in questo modo a scoraggiare i suoi aggressori.
Poi però si è scoperto che dietro quel colpo c’era la mano dell’ex compagno di lei, che è finito sotto processo come mandante dell’aggressione, insieme a un amico e a tre complici, gli esecutori materiali di quella che può considerarsi una sorta di spedizione punitiva. Le indagini della Squadra Mobile di Pistoia sono state rapidissime, dirette dal sostituto procuratore Claudio Curreli e ieri si è arrivati alla sentenza. Il giudice Patrizia Martucci ha condannato i cinque aggressori per la tentata rapina.
Le pene sono state di 3 anni e 4 mesi di reclusione per quattro dei cinque componenti della banda, tutti residenti a Torre Cajetani, nel frusinate: per Beniamino Peloso, 64 anni, ex compagno della vittima e considerato mandante dell’azione punitiva, rappresentato dall’avvocato Vito Di Berardino di Pistoia; stessa pena e stesso ruolo per William Baldo, 38 anni, difeso dall’avvocato Angelo Staniscia di Roma; 3 anni e 4 mesi anche per Piero Lucci, 65 anni, e per Cornelio Tiburcio Abreu, 30 anni, residente a Desenzano del Garda, difeso dall’avvocato Giovanni Celli. Infine, 2 anni e 8 mesi per Richard Alexander Colon Disla, 23 anni, originario della Repubblica Dominicana ma residente a Terni.
Anche la provenienza degli aggressori, che non vivono in Toscana, ha fatto subito pensare che non si trattasse di un semplice tentativo di rapina, finché non è stato individuato l’ex compagno della vittima come mandante e il quadro dei fatti è diventato chiaro. Quel pomeriggio tre dei cinque uomini della banda avevano fatto irruzione nella villetta di Pieve, avevano aggredito l’ex compagna di Peloso, colpendola con schiaffi e pugni e avevano cercato di afferrare oro o e gioielli, ma alle urla di lei avevano poi desistito.