Pistoia,  12 novembre 2011 - La mostra 'Nella luce di Caravaggio' presenta dal 30 novembre una rassegna sull'universo del naturalismo caravaggesco popolato da artisti qualitativamente straordinari, spesso sconosciuti al grande pubblico, ma certamente non inferiori per invenzione e perizia tecnica al grande maestro lombardo.
 

Il Comune di Montale, la Libera Accademia di Studi Caravaggeschi, l'associazione Onlus 'Un Cuore, Un Mondo' che l'hanno promossa, con il sostegno della Regione Toscana e della Provincia di Pistoia, hanno affidato l'evento a Pierluigi Carofano, docente di Fenomenologia del Restauro delle opere d'arte alla Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell'Università di Siena, specialista di pittura caravaggesca, che per l'occasione si è avvalso di un comitato scientifico di grande levatura composto da Alberto Cottino (Università di Bologna), Franco Paliaga (Scuola di dottorato, Università di Udine), Marco Ciampolini (Accademia di Belle Arti di Carrara).

 

Nel tentativo di dare una possibile ''sistematizzazione'' ad un argomento così complesso, i curatori hanno pensato ad una rassegna di dimensioni non straordinarie, proponendo quattro sezioni: I Maestri; ''fare un quadro buono di fiori, come di figure'', ''Dipinger di maniera'' e ''...e con l'esempio davanti al naturale''.

 

I Maestri

Una sala mozzafiato è quella che si presenta agli occhi del visitatore: al centro la Maddalena di Caravaggio, curva su sé stessa nell'atto di redenzione. Ai lati la Santa Cecilia di Guido Reni e il San Michele Arcangelo di Ludovico Carracci i due maestri bolognesi che contemporaneamente a Caravaggio sperimentavano una pittura di stampo naturalistico mediata da un diffuso classicismo. 

 

'La Maddalena' di Caravaggio e 'Santa Cecilia' di Guido Reni sono i due capolavori della mostra ''Nella luce di Caravaggio. Dipingere di maniera e con l'esempi avanti del naturale'', che propone un viaggio nella pittura
caravaggesca di stampo naturalistico. Dal 30 novembre all'11 dicembre 2011 a Montale (Pistoia), nella Villa Castello Smilea, per la prima volta in Italia una sorprendente carrellata nel ''naturalismo caravaggesco''.

  

A fianco della Maddalena del Caravaggio è esposta la Santa Cecilia, un capolavoro di Guido Reni inedito in Italia, opera giovanile del maestro bolognese che qui guarda decisamente al classicismo di Raffaello. Fanno ala gli artisti contemporanei che condivisero il momento di passaggio dal tardomanierismo al naturalismo (Baglione, Cavalier d'Arpino, Tommaso Salini, Bartolomeo Manfredi). 

 

Il filo conduttore della mostra è Vincenzo Giustiniani. Egli, con estrema sensibilità si era espresso sul tema della pittura dei fiori: ''Il saper ritrarre fiori ed altre cose minute, due cose particolarmente si richiedono: la prima, che il pittore sappia di lunga mano maneggiare i colori, e ch'effetto fanno, per poter arrivare al disegno vario delle molte posizioni dé piccoli oggetti e alla varietà dé lumi: e riesce cosa assai difficile unire queste due circostanze e condizioni a chi non possiede bene questo modo di dipingere, e sopra tutto vi si ricerca straordinaria pazienza: ed il Caravaggio disse che tanta manifattura gli era a fare un quadro buono di fiori, come di figure''.

 

Il riferimento a Caravaggio non è casuale e di fatto segna l'investitura ufficiale, l'atto di battesimo della natura morta. La mostra propone ben cinque nature morte di ambito caravaggesco eseguite da Agostino Verrocchi, del Maestro della Natura morta di Acquavella, dell'enigmatico Cerquozzi. ''Dipinger di maniera'' In questa sala sono esposte opere di artisti il cui linguaggio tradisce la formazione tardo manierista, ma che si sono poi convertiti al naturalismo come Orazio Gentileschi, Antiveduto Gramatica, Rutilio Manetti e Orazio Riminaldi. Nelle loro opere si scorge un'attenzione calligrafica all'anatomia degna di un artista formatosi in ambito accademico ma capace poi di inaspettate aperture naturalistiche come nello strepitoso Buon Samaritano di Orazio Riminaldi.

 

Chiude la mostra ''...e con l'esempio davanti al naturale'', la sezione degli artisti ormai consapevoli del naturalismo e capaci di operare su entrambi i registri come Bartolomeo Manfredi e lo stesso Orazio Riminaldi. Una vera scoperta è l'inedito Autoritratto di Artemisia in veste di Santa Caterina d'Alessandria, esposto a Villa La Smilea per la prima volta ed eseguito su tavola.