Pistoia, 9 aprile 2014 - Si svolgerà mercoledì 16 aprile nel teatro Bolognini (inizio ore 21) la proiezione del film “Il seminarista” di Gabriele Cecconi, direttore artistico del Centro Mauro Bolognini. L’ingresso sarà gratuito fino ad esaurimento posti. Una storia che inizia negli anni ’50 quando Guido, ragazzo di 10 anni con la vocazione per la teologia, decide di sua spontanea volontà di entrare in seminario. Dopo un primo periodo di naturale difficoltà, cresce in lui la consapevolezza che diventare prima un bravo seminarista e poi sacerdote capace, significa sottostare ad un’educazione repressiva, sessuofobica che imprigiona i sentimenti e la conoscenza del proprio corpo.

 

Guido condivide questi momenti in particolare con due compagni: il pugliese, ragazzo di famiglia povera chiamato dai superiori ‘bastardo’ per essere nato fuori dal matrimonio; Giuliani, figlio di un importante avvocato, seminarista modello purtroppo affetto da una terribile malattia. Guido attraversa così gli anni della giovinezza e dell’adolescenza, imparando cosa vuol dire la negazione dell’Io a fronte di un obiettivo più grande, sperimentando i turbamenti amorosi prima con immagini rubate al mondo esterno, sorta di ‘santini eretici’, e poi con l’immagine vera di una ragazza che ogni domenica va a messa nella sua parrocchia.

 

Sarà questa la goccia che farà traboccare il vaso: Guido mette in discussione una religione fatta di esteriorità, di cieca obbedienza e preghiere rituali, che non accetta voci fuori dal coro, come quella di don Milani, esiliato a Barbiana nel 1954, il cui libro viene proibito dalla Chiesa. Hanno preso parte alle riprese circa 200 persone tra cui molti studenti delle scuole medie e superiori di Prato, città che ha fornito molte location: San Niccolò, Convitto Cicognini, Istituto Tecnico Buzzi, piazza Duomo, piazza del Comune e la Misericordia. Molte scene sono state girate a Pistoia nel convento delle Crocifissine di via della Provvidenza. La pellicola è stata realizzata con il finanziamento di Film Commission Toscana, ma anche grazie al supporto del Centro Bolognini, della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e del Comune di Pistoia.

 

“Il seminarista” ha vinto nel 2011 il contributo per lo sviluppo dal Fondo Cinema della Regione Toscana (in giuria anche Paolo Mereghetti) e l’anno successivo lo stesso Fondo Cinema della Regione Toscana ha finanziato le riprese del film nella categoria delle opere prime. “L’idea – racconta il regista - è nata dalla consapevolezza che quella che era stata una mia esperienza personale (sono stato in seminario dai dieci ai quindici anni) fosse anche una storia interessante da raccontare agli altri, proprio perché è una storia originale e mai rappresentata al cinema. Io ho sempre diffidato dei romanzi e dei film autobiografici, perché spesso risultano interessanti solo per l’autore e molto meno per il pubblico.

 

Per scongiurare questo possibile rischio ho limitato i ricordi personali e mi sono aperto a quelli di tanti amici che avevano condiviso con me quell’esperienza. La verità dei fatti è importante per un documentario, ma non è sufficiente per un film di finzione. La verità dei fatti è per sua natura disordinata, caotica, senza regole, è per questo che va organizzata in un racconto, che invece ha un ordine e delle regole precise: Omero e Aristotele insegnano. Insomma per ricreare il senso profondo di una storia bisogna un po’ tradirla. Quindi i fatti raccontati nel film traggono spunto da vicende realmente accadute, ma poi sono stati trasfigurati in un’opera di fantasia, verosimile più che vera, come direbbe Manzoni”.