REDAZIONE PISTOIA

Giallo di Pracchia, la novantenne aveva lividi sul corpo ma è morta per cause naturali

L’autopsia non scioglie i dubbi, attesa per gli esami tossicologici

L’ABITAZIONE L’ingresso della casa della famiglia Themel

L’ABITAZIONE L’ingresso della casa della famiglia Themel

Pistoia, 30 ottobre 2015 -  Ci sono lividi sul corpo dell’anziana morta nella sua abitazione, a Pracchia, una settimana fa. Ma Marisa Cadria Chiappelli sarebbe morta per cause naturali e non per le presunte botte che le sarebbero state inflitte dalla sua badante romena, arrestata dai carabinieri con l’accusa di gravi maltrattamenti nei confronti della novantenne e in carcere per il pericolo di fuga. L’indagine è diretta dal sostituto procuratore Claudio Curreli. Su incarico della Procura, l’autopsia sul corpo della povera signora Marisa è stata svolta l’altro ieri dall’anatomopatologo dell’istituto di medicina legale di Firenze Brunero Begliomini, con il tecnico Walter Calugi, mentre il difensore della badante, Letitia Negoi, 61 anni (foto grande, di Carlo Quartieri), residente ad Agliana, ha nominato, come proprio consulente, il dottor Graziano Turchi di Pistoia.

L’esame avrebbe evidenziato la presenza di alcune «ecchimosi» sul corpo dell’anziana, ma come ci conferma il legale dell’indagata, l’avvocato Gianluca Sebastio del foro di Pistoia, nominato d’ufficio e poi confermato dalla Negoi in sede di conferimento d’incarico, queste non avrebbero condotto alla morte. «L’autopsia – ci ha detto l’avvocato Sebastio ieri sera – ha avuto un esito per noi favorevole, perchè sembra che la morte sia attribuibile a cause naturali». Ma importanti saranno i risultati degli esami tossicologici in base ai quali il perito della Procura potrà stabilire se Marisa Cadria Chiappelli abbia ingerito determinate sostanze (come potrebbero essere i tranquillanti), e in quali quantità e se queste possano aver provocato o meno l’arresto cardiocircolatorio che l’ha stroncata.

Tutte risposte per le quali il dottor Begliomini ha preso sessanta giorni di tempo. Intanto l’avvocato Gianluca Sebastio, che incontrerà la sua assistita, che si trova in carcere, a Sollicciano, nei primi giorni della prossima settimana, si prepara a ricorrere al tribunale fiorentino del riesame. «Non c’è nessun pericolo di fuga – ci ha spiegato –. Le frasi intercettate, in cui la mia assistita pronuncia parole del tipo se non ti comporti per bene me ne vado, sono dette soltanto per indurre la signora a non urlare tutto il giorno, ma non emerge alcuna circostanza di biglietti comprati per fuggire all’estero. Non ci sono biglietti e non ci sono esigenze cautelari. Chiederò la scarcerazione della mia assistita e comunque una misura meno afflittiva del carcere».