Pistoia, 18 novembre 2015 - «Sono serena, come sempre, perché non ho fatto nulla di male». Queste le prime parole che pronuncia Letitia Legoi quando la incontriamo. E’ tornata nella sua casa di Agliana lunedì pomeriggio, dopo tre settimane trascorse nel carcere fiorentino di Sollicciano per pericolo di fuga, in seguito all’accusa di maltrattamenti nei confronti della novantenne di Pracchia che la Legoi assisteva ventiquattr’ore al giorno e che fu trovata morta il 23 ottobre scorso.
La badante, 61 anni, romena, lunedì ha potuto lasciare la cella di Sollicciano, dopo che i giudici si sono pronunciati per la scarcerazione, accogliendo la richiesta del legale che assiste la donna, l’avvocato Gianluca Sebastio. «In cella eravamo in due, ma ho avuto buoni rapporti con tutte le recluse – riferisce Letitia Legoi –. Appena uscita dal carcere mi sono sentita in imbarazzo nel chiamare un taxi per essere accompagnata alla stazione, perché forse il tassista poteva pensare che ho commesso un reato – racconta –. Però è stato gentile. Alla stazione di Firenze ho preso il treno e poi, dalla stazione di Montale-Agliana sono tornata a casa a piedi. Non ho voluto disturbare nessuno ed ho pensato che camminare mi avrebbe fatto bene dopo tre settimane chiusa in carcere».
«I vicini mi hanno accolta con affetto. Mi conoscono da tanto tempo e sono sempre stata in accordo e in amicizia con tutti».
Poi la donna ci racconta come è rientrata a a casa dal carcere. «Serena come sono sempre stata. Anche in carcere ero tranquilla. Non ho fatto nulla di male. Non ho nulla di cui vergognarmi – afferma – . Qualche parola, pronunciata forse per lo stress, ma non ho mai maltrattato l’anziana che accudivo e mi sono sempre comportata con la massima onestà verso la famiglia».
Dopo questa esperienza l’unico desiderio della badante è di tornare a lavorare. «Voglio togliermi di dosso tutte le menzogne e tornare a fare il mio lavoro. Però adesso devo uscire di casa a orari stabiliti e devo restare ad Agliana. Non posso uscire da Agliana. Quindi, in pratica non posso lavorare e, comunque, chi può essere disposto a darmi un lavoro dopo quanto è successo? Anche se sono sempre stata onesta – dichiara –, ho sempre fatto bene il mio lavoro ed ho ottime referenze riguardo ai servizi che ho svolto in passato. E senza lavorare diventa difficile tirare avanti».
Con Letitia ieri c’era un’amica anche lei badante: «Facciamo questo lavoro con il massimo impegno. Conosco Letitia da 14 anni, è sempre stata brava nello svolgere il suo servizio. Se non fosse stata un’ottima persona non avrebbe lavorato nelle famiglie per tanti anni».