ROBERTO DAVIDE PAPINI
Cronaca

Strage di Monaco '72: la tragedia colpì anche Pistoia

Ilana, vedova di Yossef Romano, ha un legame con la Toscana, qui è nata una delle sue figlie. Ora vuole far conoscere, in un documentario, le atrocità del commando palestinese

Ilana Romano durante un appello video alle autorità olimpiche

Ilana Romano durante un appello video alle autorità olimpiche

Pistoia, 3 dicembre 2015 - Sono passati 43 anni, ma quella tragedia resta viva nella memoria e rimane una delle pagine più nere dello sport olimpico: la strage di "Monaco '72", quando un commando palestinese di "Settembre Nero" torturò e uccise undici atleti israeliani (nel blitz per cercare di liberarli morirono anche un poliziotto tedesco e cinque terroristi). Ora, le vedove di due di quegli atleti hanno deciso di far conoscere al mondo i dettagli più barbari e crudeli di quella strage: Ilana Romano ed Ankie Spitzer hanno raccontato l'orrore di quelle ore, ma anche gli anni terribili della ricerca della verità, in un documentario, 'Munich 1972 & Beyond', in uscita a gennaio negli Usa.

Ilana è la vedova di Yossef Romano, veterano della Guerra dei sei giorni, che era a Monaco per gareggiare nel sollevamento pesi. Romano era nato in Libia e di origine libica (per parte di madre)  è Ilana. Ma le radici di Ilana (da parte di padre) affondano anche a Pistoia e proprio in Toscana la moglie di Yossef ha partorito la figlia più piccola. "Ero andata in Italia a partorire dai miei genitori, così è nata a Pistoia. Yossef ha ricevuto la convocazione per i Giochi e siamo tornati in Israele perché doveva allenarsi», raccontò alcuni anni fa in un'intervista a Davide Frattini del Corriere della Sera. 

A quella tragedia e alle origini pistoiesi di Ilana dedica un post su Facebook anche Luciano Pallini, sindaco di Pistoia nella seconda metà degli anni Ottanta e presidente dell'associazione "Amici di Israele della Toscana".

Quei Giochi Olimpici, dunque, furono macchiati dal sangue innocente di undici atleti, compreso quello di Romano. I dettagli che sono emersi nel 1992 dopo parlano di torture terribili e anche dell'evirazione di Yossef Romano da parte dei terroristi.

Ilana non ha mai voluto dare al suo dolore una dimensione solo privata e anche prima di questo documentario si è sempre battuta perché la strage non venisse dimenticata. A ogni edizione dei Giochi chiede (finora invano) che in apertura venga ricordata quella strage.