Pistoia, 3 dicembre 2015 - Sono passati 43 anni, ma quella tragedia resta viva nella memoria e rimane una delle pagine più nere dello sport olimpico: la strage di "Monaco '72", quando un commando palestinese di "Settembre Nero" torturò e uccise undici atleti israeliani (nel blitz per cercare di liberarli morirono anche un poliziotto tedesco e cinque terroristi). Ora, le vedove di due di quegli atleti hanno deciso di far conoscere al mondo i dettagli più barbari e crudeli di quella strage: Ilana Romano ed Ankie Spitzer hanno raccontato l'orrore di quelle ore, ma anche gli anni terribili della ricerca della verità, in un documentario, 'Munich 1972 & Beyond', in uscita a gennaio negli Usa.
Ilana è la vedova di Yossef Romano, veterano della Guerra dei sei giorni, che era a Monaco per gareggiare nel sollevamento pesi. Romano era nato in Libia e di origine libica (per parte di madre) è Ilana. Ma le radici di Ilana (da parte di padre) affondano anche a Pistoia e proprio in Toscana la moglie di Yossef ha partorito la figlia più piccola. "Ero andata in Italia a partorire dai miei genitori, così è nata a Pistoia. Yossef ha ricevuto la convocazione per i Giochi e siamo tornati in Israele perché doveva allenarsi», raccontò alcuni anni fa in un'intervista a Davide Frattini del Corriere della Sera.
A quella tragedia e alle origini pistoiesi di Ilana dedica un post su Facebook anche Luciano Pallini, sindaco di Pistoia nella seconda metà degli anni Ottanta e presidente dell'associazione "Amici di Israele della Toscana".
Quei Giochi Olimpici, dunque, furono macchiati dal sangue innocente di undici atleti, compreso quello di Romano. I dettagli che sono emersi nel 1992 dopo parlano di torture terribili e anche dell'evirazione di Yossef Romano da parte dei terroristi.
Ilana non ha mai voluto dare al suo dolore una dimensione solo privata e anche prima di questo documentario si è sempre battuta perché la strage non venisse dimenticata. A ogni edizione dei Giochi chiede (finora invano) che in apertura venga ricordata quella strage.