Pistoia, 19 ottobre 2015 - «Si pensava di conoscere tutto di questa Montagna, ma si sapeva ben poco». Da quando il dottor Francesco Zan, assegnista di ricerca al dipartimento Sagas dell’Università di Firenze, si è concentrato sul «Miglio proibito», in effetti di segreti ne ha svelati parecchi. Il miglio proibito, o perduto perché la memoria era svanita, indica l’opera di confinazione dei crinali condotta sulla Montagna pistoiese nel 1689, in epoca medicea, mediante l’incisione di circa 300 «massi immobili» per oltre 60 km di territorio. Delimitava l’area oltre la quale era proibito tagliare e seminare. Per la prima volta, nei mesi scorsi, seguendo antichi manoscritti conservati all’Archivio di Stato di Firenze, Zan ha rinvenuto parte di questa catena in Val Sestaione e Val di Lima, con la collaborazione del Corpo Forestale dello Stato e di abitanti locali. La prima scoperta è stata abbastanza casuale. «Nel corso di una ricerca sugli insediamenti rurali tradizionali – spiega la prof. Laura Cassi del Sagas – Francesco ha trovato una curiosa incisione. Non ci abbiamo fatto molto caso, ma approfondendo si è capito che apparteneva alla confinazione posta in essere dall’amministrazione medicea». Le ricerche sono andate avanti a pieno ritmo e oltre il 50% dei termini della Val Sestaione sono stati ritrovati. Sulla Riserva naturale orientata di Campolino rimanevano però dubbi. Poi la svolta.
«Alcuni giorni fa- racconta Zan - Giuseppe Ceccarelli e Mirko Sichi hanno ritrovato due termini speciali nella riserva, nonostante le difficoltà meteorologiche. Sono diversi dagli altri, incisi con la lettera S e con la A sormontata da una croce, indicando con molta probabilità «Sua Altezza» granduca Cosimo III. Abbiamo ragione di credere che sia il prototipo, risalente a ben tre secoli fa, della riserva dell’abete rosso autoctono, con passo proibito ai popoli . Non solo limitata al taglio, ma proprio come oggi, al passaggio di persone e bestiame». Testimonianza di una mentalità già attenta alla preservazione del patrimonio forestale. «Un’altra incisione è una doppia M sormontata da una croce – prosegue – un messaggio che risale addirittura al 1622 e segna il luogo in cui hanno termine le concessioni al taglio fatte alla comunità di Cutigliano. Abbiamo poi scoperto che vennero istituite 3 tipologie di riserva, in parte sovrapponibili alle attuali statali di Abetone, Campolino e Pian degli Ontani. La speranza è di condurre la ricerca anche in altre valli della Montagna pistoiese». CIÒ avrebbe importanti ricadute anche per riaccendere l’interesse su questi territori. Ci sono però dei punti interrogativi. «Io non mollo – annuncia Zan, al 4° anno di assegno di ricerca. Ma l’Università non ha ancora confermato le risorse per il 2016. Se qualche soggetto non si prenderà a cuore la cosa, inoltre, non sarà facile realizzare una pubblicazione che renda giustizia al lavoro fatto.