Pistoia, 2 marzo 2016 - SEDICI ISTITUTI di credito della provincia di Pistoia sono sotto inchiesta per usura bancaria. Decine di avvisi di conclusione indagine emessi dalla Procura della Repubblica hanno raggiunto, in questi giorni, i direttori generali e i direttori di filiale (sono coinvolte, tra le altre, quasi tutte le banche di credito cooperativo) e che hanno tempo fino ad aprile per preparare le loro memorie difensive o chiedere di essere interrogati, dopo di che la Procura potrà chiedere il rinvio a giudizio o archiviare.
L’INDAGINE, condotta dalla Guardia di Finanza, è diretta dal sostituto procuratore Fabio Di Vizio. All’origine del voluminoso faldone ci sono le ripetute denunce presentate alla Procura da una imprenditrice della periferia di Pistoia, titolare di una società che detiene macchine agricole e che si occupa di movimento terra.
Le denunce, sedici in tutto, una per ogni conto aperto dalla parte offesa e quindi uno per ogni istituto, furono presentate alla magistratura nel 2011 e gli inquirenti hanno analizzato i conti nel periodo incriminato e che è quello che va dal 2006 al 2011.
GLI istituti finiti sotto la lente di ingrandimento della procura pistoiese avrebbero, secondo l’accusa, praticato tassi usurai su conti correnti e anticipi così come emergerebbe dalla consulenza di parte (ovvero dell’esperto nominato dall’imprenditrice stessa, il commercialista di Viterbo Clemente Ceccaroni) e che vedrebbe configurarsi l’ipotesi di usura attraverso cifre importanti, nell’ordine di migliaia di euro.
Il dottor Di Vizio ha nominato, quale consulente tecnico della Procura, il commercialista Edoardo Franceschi, attuale presidente del Cis.
AL TERMINE della sua relazione, come apprendiamo dalle difese degli indagati, sarebbero tuttavia emersi sforamenti molti più ridotti. Ci sarebbero solo alcuni trimestri, secondo il consulente Franceschi, in cui il Teg (tasso effettivo globale) supererebbe il Tsu, il tasso soglia dell’usura.
Una relazione che avrebbe quindi piuttosto ridimensionato la portata delle denunce e l’accusa dovrà accertare la presenza, o meno, del dolo, visto che il tema dell’usura bancaria è tecnicamente assai più complesso di quello dell’usura messa in atto dai cosiddetti «cravatatri».
LE BANCHE di credito cooperativo, e questo è un aspetto importante per le linee difensive, vengono tutte controllate attraverso la loro federazione e monitorate tramita la società di servizi denominata Iside e che controlla le modalità di applicazione del tasso nonchè l’adeguamento ai criteri dettati dal ministero. E non solo, ma riaccredita automaticamete al cliente il sur-plus.
I DIRIGENTI inquisiti sono tutti indagati per aver applicato un tasso usuraio ai sensi dell’articolo 644 del Codice Penale. Ai direttori di filiale finiti sotto accusa viene contestato, nella fattispecie, di avere applicato un tasso di usura, i direttori generali, nello stesso quadro, sono invece indagati per la posizione di garanzia che rivestono (articolo 40), e quindi per comportamenti omissivi.