Pontedera, 31 agosto 2011 - COM’ERA scontato, i lavoratori delle Industrie Toscane e delle altre piccole società collegate alla capofila Tecnocontrol, giudicata fallita dal tribunale di Pisa, non hanno potuto riprendere l’attività dopo le ferie. Al cancello della fabbrica in via Mazzolari, zona industriale della Bianca, hanno trovato un cartello con cui li si informava che erano stati messi tutti in cassa integrazione.
E per i lavoratori non c’è stato da fare che restar fuori a confrontarsi con i sindacalisti. Ma il sindacato, questa cassa, non l’accetta. Non la vede adatta né possibile in una situazione come questa (in gran parte anomala rispetto alle molte crisi in atto o passate nel settore industriale e meccanco anche della nostra zona) in cui è fallita la società capogruppo pur se le commesse non mancherebbero. Una crisi nella quale, per dirne una, gran parte delle macchine presenti nello stabilimento sono sotto sequestro giudiziario. C’è poi il problema degli stipendi arretrati dei lavoratori diretti e di altre piccole società presenti nello stesso edificio di Industrie Toscane. Stipendi che mancano da due mesi, mentrte per i dipendenti delle altre piccole sigle manca anche la possibilità, secondo i sindacati, di ricorrere agli ammortizzatori sociali.
«SUGLI STIPENDI — informa una nota congiunta di Fiom-Fim-Uilm-Uglm, che in questa vertenza operano e collaborano unitariamente — il dottor Alberto Franco, rappresentante legale dell’azienda con delega al personale ha manifestato l’impossibilità di pagarli per assenza di liquidità». Mentre la richiesta di cassa integrazione per 13 settimane, secondo l’azienda, sarebbe «caratterizzata da mancanza di commesse che impedisce il proseguimento temporaneo dell’attività».
QUESTA la situazione per quanto riguarda il fronte Tecnocontro-Industrie Toscane. Ma procedono anche le grandi manove sul fronte Piaggio, più che mai intenzionata, anche assumendone tempraneamente gli operai, ad assicurarsi ancora le forniture dello stabilimento pontederese — ex Meccaniche 2 C — attraverso l’acquisto da effettuare con una cordata all’asta che prima o poi sarà bandita. Ma è indispensabile che il “’prima’’ sia il più rapido possibile perchè un “’poi’’ molto allungato significherebbe aggravare il problema. E non solo per il proseguimento dell’attività nella fabbrica di via don Mazzolari, ma anche nel grande stabilimento della Vespa in via Rinaldo Piaggio. Dove ieri sono rientrati al lavoro soltanto 600 operai su 1800, con una prevsione di rientri scaglionati entro settembre per gli altri, ma senza prospettive vere se non sarà risolto il problema delle fornituirte di bloccghi motore e carter. Ovvero le forniture delle ex Meccaniche 2 C (gruppo Caponi) ora Industrie Toscane.
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