di CECILIA MORELLO
Pisa, 9 aprile 2013 - PESANO come macigni le parole di Loris Gozi, 36 anni, unico testimone del del caso Roberta Ragusa, la donna scomparsa da Gello nel gennaio 2012.
Pesano sulle spalle del marito della donna, Antonio Logli, indagato per omicidio volontario e occultamento di cadavere: il suo racconto smentisce la versione rilasciata agli inquirenti sulla notte in cui Roberta scomparve. E ad avvalorare la testimonianza di Gozi anche le parole della moglie e il comportamento di Logli il giorno dopo la scomparsa. «Quella notte sono uscito di casa alle 24.20 per andare a prendere mia moglie al lavoro. Sono certo dell’orario perché gli investigatori lo hanno verificato tramite i tabulati. Al mio ritorno l’ho visto in auto, in via Gigli (una traversa della via in cui abita la famiglia Logli, ndr). Anche lui mi ha riconosciuto e si è coperto il volto».
Anche la moglie ha notato la macchina ma aveva lo sguardo abbassato e non lo ha visto in volto. «Quando sono uscito poco dopo per portare fuori il cane ho visto e sentito una coppia litigare». Il testimone ammette di non essere certo al cento per cento che anche in questo caso si trattasse di Logli. «Erano dietro un’auto più piccola, a distanza di pochi metri da dove l’avevo visto la prima volta. C’era foschia e non ho potuto guardarlo bene, ma ho sentito la lite violenta». Anche in questo caso gli inquirenti hanno fatto tutte le prove del caso, di notte e con la nebbia che si forma per l’umidità nei campi che circondano la zona.
«Quando sono tornato a casa ho raccontato quello che avevo visto a mia moglie: anche lei aveva sentito le urla della donna. Abitiamo in una casa mobile, i vetri e le pareti sono fini: sentiamo tutto quello che avviene sulla strada. E non erano parole quello che abbiamo sentito, ma urla di spavento». L’altro dettaglio che gli inquirenti giudicano importante è il comportamento di Logli il sabato, la mattina della scomparsa. «Si è presentato a casa nostra (che dista diverse centinaia di metri da casa sua, ndr) non una ma ben due volte. La mattina ha parlato con me, poi è tornato il pomeriggio stesso e ha trovato mia moglie. Entrambe le volte mostrava una vecchia foto della moglie. Ho chiesto a tutti i vicini e la stessa cosa avranno fatto anche i carabinieri: sono sicuro che non sia andato da nessun altro».
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