Pontedera, 17 gennaio 2016 - "Sono riversa in bagno, mi sento così male da non riuscire più ad alzarmi. Inizio a urlare disperata e chiedere aiuto. Penso davvero di morire. Poi lui mi porta il telefono cellulare, non posso credere ai miei occhi. Così l’afferro e chiamo mio marito...».
Il lui in questione si chiama Dante, tributo al protagonista del film di Benigni «Johnny Stecchino». E’ un imponente beagle di sei anni: trenta chili agitati e scodinzolanti. E’ stato l’amico a quattro zampe a salvare Renata De Meira, 47enne commerciante del centro di Pontedera. Un’altra storia – dopo quella di Silvano Bertini, soccorso nel bosco dai propri segugi dopo aver rischiato di restarci secco per un’ipotermia (Leggi l'articolo) – che lascia senza fiato.
Fine ottobre, zona ex Superal a Pontedera. Renata è sola in casa col suo cane. «Un malore improvviso mi coglie nel bagno – racconta – e rimango paralizzata sul pavimento. Grido: ‘Sto morendo!’ ma mi rendo conto che nessuno può soccorrermi. Sono attimi drammatici». In realtà qualcuno fra le mura domestiche c’è ed è proprio Dante, un cane-terremoto: «che fa parte a tutti gli effetti della nostra famiglia da quando ci ha scelto salendo sulla nostra auto sei anni fa». Che cosa sia scattato nella mente di Dante è impossibile da sapere.
«L’unica cosa certa – continua Renata – è che inizia a dare piccoli colpi al ripiano della televisione in salotto. Sopra c’è il mio cellulare». Il telefono cade a terra e il cane da caccia lo trascina per diversi metri fino al bagno, spingendolo sul pavimento col naso. «Non mi chiedete come abbia fatto – aggiunge Renata che gestisce un negozio di parrucche in via Guerrazzi –. Non è neppure addestrato. Nonostante questo è stato provvidenziale. Sono così riuscita ad avvertire mio marito che è arrivato a casa di corsa e mi ha aiutato».
«Non vi stupite – assicura Giovanni Giani, noto veterinario di Pontedera – perché non è così infrequente. I cani sono sensibili e i sentimenti che provano non sono poi così dissimili dai nostri. Capiscono molto di più di quel che si crede». Possibile anche che riescano a prendere un telefono cellulare? «Certo – aggiunge Giani – probabilmente nella sua mente ha fatto un’associazione: voce della padrona-voce del padrone dall’altra parte. Ed ecco spiegato che cosa potrebbe essere successo».
Cani eroi come Bairo, Gino e Gina: i tre segugi francesi che poco prima di Capodanno hanno soccorso l’anziano barista ponsacchino nella macchia di Montecalvoli abbracciandolo per ripararlo dal freddo. Un gesto dolce che non è passato indifferente tanto che il Comune di Ponsacco sta pensando di premiare i tre generosi animali: «Il cane – spiega la sindaca Francesca Brogi – è il migliore amico dell’uomo, come si dice, e questi animali meritano un riconoscimento da parte della comunità. Vogliamo anche mandare un messaggio contro l’abbandono e per il rispetto degli animali». Il trionfo dell’amicizia.