CARLO BARONI
Cronaca

Vende l’azienda e apre casa famiglia. "Il mio cuore con i bambini disabili"

La scelta di Casalini. Da imprenditore di successo a benefattore

Marco Casalini

Pontedera, 25 novembre 2015 - CHIUDE l’azienda e apre la casa famiglia. E’ una storia bella e che tocca il cuore quella di Marco Casalini (nella foto), imprenditore di successo che ha scelto di occuparsi solo di ragazzi disabili, del loro possibile inserimento nel contesto sociale perché possa esistere un «dopo di noi». Casalini è arrivato a questa decisione dopo un lungo percorso. Non si occupa di disabilità da oggi. Conosce in famiglia il problema e per questo, in prima persona, ha creato una realtà importante pronta a cogliere tutte le migliori opportunità.

DALLE SUE mani è nata la Fondazione «Il Gabbiano blu» e dal suo impegno, a Palaia, è nata una fattoria sociale che, specie in estate, è frequentata da 18 ragazzi che trovano nel contatto con la natura e con la meraviglia del lavoro con gli animali e con il campo una delle migliori terapie. Un modo per dare un futuro a chi ha, forse, più necessità di un sostegno per costruirsi una “vita normale”. Per tutto questo Casalini ha veduto la Elcon, azienda di Gello che produce componenti elettronici per macchine a controllo numerico alla Esa Automation di Como: «Tutti i dipendenti sono stati confermati e io sono in pensione». «L’azienda l’avevo inventata da zero – spiega – E’ un pezzo della mia vita, ma ora il cuore mi porta altrove». La sfida si chiama, appunto, «Gabbiano blu» e l’obiettivo, importante e vicinissimo, è la casa famiglia. «Nasce in un appartamento acquistato dieci anni fa in centro a Pontedera – spiega Casalini - L’ho ristrutturato tutto e nuovamente arredato: potrà contenere nove ragazzi e un operatore. Qui potranno essere fatte le prime esperienze per il “dopo di noi“». Come funzionerà? «La casa famiglia è quasi pronta – spiega – La inaugureremo, spero, in tutto il mese di dicembre: la Società della Salute ha fatto un bando e una della cooperativa gestirà gli operatori; in questa casa i ragazzi faranno, magari inizialmente il fine settimana, esperienze sia di socializzazione sia di vita autonoma, fuori della famiglia e dall’attenzione dei genitori». L’iniziativa di Casalini è stata sostenuta dall’amministrazione comunale. La casa famiglia nascerà in via Verdi e, per aiutare i ragazzi che hanno problemi di deambulazioni, è stato messo a disposizione l’ascensore del tribunale la cui funzionalità può servire anche questa palazzina.

UN PASSAGGIO importante, perché ci sarà un futuro, purtroppo, anche senza genitori. E per quel momento, difficile e doloroso, la vita chiede di essere pronti. Inoltre l’appartamento in centro consentirà ai ragazzi di vivere dentro la comunità, andare al cinema, al pub, passeggiare nel corso. Una vita che ricomincia, quella di Casalini, che riparte da un altro capitolo, doloroso e coraggioso, ma ha un nuovo straordinario traguardo: aiutare i più svantaggiati.