Volterra, 7 luglio 2017 - «Sì, lo confermo. Il detenuto non è rientrato dal permesso premio. Ed ora è scattata una denuncia per evasione». Ismail Kammoun, alle sue spalle una condanna, quella più pesante che può infliggere un giudice, ovvero un fine pena mai, è attualmente ricercato per evasione. Ce lo conferma ieri, in tarda serata, la stessa direttrice del carcere di Volterra, Maria Grazia Giampiccolo.
«E’ un detenuto straniero con alle spalle una condanna importante – sono queste le parole della direttrice della casa penale – sarebbe dovuto rientrare in carcere martedì scorso. Non lo abbiamo più visto e, da prassi, è partita una denuncia». Dieci giorni di permesso premio da godersi a polmoni aperti. La destinazione? In viaggio, pare, verso una località di mare. Dal carcere, non ci arriva nessuna conferma sulla meta del permesso pieno. Fatto sta che Kammoun, considerato un po’ un detenuto modello, ha saltato l’appuntamento con il portone del Maschio. Nessuno lo ha più visto. Sparito nel nulla. Volatilizzato. E’ un latitante.
Intanto è già caccia aperta all’ergastolano: la sua fedina penale è macchiata da gravi reati. La vita di Ismail si è intrecciata, anni ed anni fa, con i tentacoli malavitosi ed assassini di Cosa Nostra. Siamo negli anni ’90. A rimetterci la vita allora, è un ex poliziotto. In mezzo, c’è un collaboratore di giustizia, killer pentito, che soffia alle orecchie dei giudici, che spiffera nomi e cognomi. Kammoun viene condannato per omicidio di mafia.
Per lui, si aprono le porte del Maschio, carcere che ospita detenuti con condanna definitiva. L’ergastolano sceglie di mettersi a studiare. Si riappropria, come tanti altri compagni di cella, di spazi vitali. E la possibilità di sudare sui libri, guadagnandosi un pezzo di carta (il diploma di geometri) è il traguardo da raggiungere. Ce la fa, e nel 2011 ecco che il detenuto riceve pure un premio dalla provincia di Pisa. Insomma, Ismail riacciuffa quella dignità schiacciata dall’onta delittuosa. Partecipa poi, da quanto sappiamo, anche ad altre attività del carcere. Le mille vie di uscita da una vita vuota a perdere che questa struttura-modello propone ai detenuti, galeotti che finiscono a Volterra per scontare anche pene assai lunghe. Torniamo al presente e riavvolgiamo il nastro.
Rimettiamo le lancette indietro di pochi giorni: l’ergastolano riceve dieci giorni di permesso premio. Firma, esce dal portone blindato e si lascia alle spalle i tintinnii metallici dei punti di entrata ed uscita del Maschio. Saluta gli agenti ed i compagni di cella, così ci immaginiamo. E diventa un fantasma. Ora si è aperta una serrata caccia all’uomo. Il latitante è braccato dalle forze dell’ordine. I primi indizi porterebbero, come dicevamo, alla zona costiera (Livorno e dintorni), ma il detenuto, al mare, potrebbe anche non esserci arrivato.