Prato, 9 aprile 2016 - In gergo tecnico si chiama Anodonta Cygnea, ma è più semplicemente nota come cozza d’acqua dolce. Di fatto ha esattamente le sembianze di una cozza normalissima, se non fosse che ha dimensioni molto ampie e del tutto atipiche visto che può raggiungere anche i 25 centimetri di diametro. Nelle ultime ore ne sono spuntate a decine sugli argini del Bisenzio e inevitabilmente la loro presenza ha stupito i cittadini che le hanno viste moltissime anche nell’acqua del fiume.
"Mio figlio – ha spiegato un lettore, Franco Burroni –, stava passeggiando con la bambina, e dalla pista ciclabile a pochi metri da Ponte alla Vittoria ha notato moltissimi esemplari simili. Entrambi sono rimasti subito incuriositi, scendendo a vedere quante altre ce ne fossero".
A tracciare un profilo della "super cozza" è stato Marco Morelli, direttore del Museo di Scienze planetarie di Prato. "Questo animale si è diffuso a macchia d’olio negli ultimi 20 anni – ha spiegato –. E’ abbondante in acqua dolce ma devo precisare che c’è sempre stato, solo che forse non osserviamo abbastanza l’ambiente che ci sta intorno. Il suo habitat è tra la Siberia e le acque della costa britannica, e può essere arrivato qui tramite allevamenti o piume degli uccelli. Filtra anche 40 litri d’acqua all’ora e toccarne uno non produce nessun effetto, non è nocivo. Di certo non va usato per cucinare".
Può capitare di averne vista qualcuna e poi, qualche ora dopo, non notarne più. "Certo – ha spiegato Morelli –, perché si muovono. Venti anni fa non c’erano, ma negli ultimi 7-8 anni, specialmente in val Bisenzio, ci sono state diverse segnalazioni".
Paolo Biagioni