Prato, 16 settembre 2014 - Vedere in fumo i risparmi di una vita è stato un colpo durissimo. Oggi, dopo sei anni di battaglie a suon di carte bollate è arrivata la buona notizia: un risarcimento da 260mila euro, tanto quanto due coniugi pratesi avevano investito e poi perso col crac finanziario della Lehman Brothers, la banca d’affari americana fallita nel 2008 che ha messo in ginocchio decine di famiglie e imprese.
Tutto è iniziato nel 2007 quando i coniugi, lui fornaio e prossimo alla pensione e la moglie cassiera di supermercato, chiesero ad un promotore finanziario di poter investire tutti i loro risparmi. In totale 260mila euro che sarebbero serviti oltre che per gli anni della pensione anche ad aiutare il figlio con il matrimonio. I soldi finirono in obbligazioni della Lehman Brothers e furono persi tutti con il crollo del colosso americano. I coniugi pratesi però non si sono arresi e assistiti dall’avvocato Letizia Vescovini del foro di Modena, specializzata in diritto bancario e finanziario, hanno avviato una lunga battaglia contro la banca per riavere i loro risparmi.
La causa intentata davanti al tribunale di Prato è stata vinta in quanto è stata contestata «la nullità del contratto di negoziazione titoli» in quanto il contratto è risultato sottoscritto solo dal promotore finanziario e non dalla banca. Quando si stipula un contratto — come nel caso della vendita di prodotti finanziari — serve che venga sottoscritto da entrambi i contraenti perchè il documento sia valido. Un vizio di forma che anni dopo si è rivelato prezioso per la famiglia pratese che adesso potrà riavere i propri soldi. Si tratta di 260mila euro, che verranno versati in diverse trache dall’istituto per il quale lavora il promotore finanziario. Nel 2013 sempre l’avvocato Vescovini grazie ad un vizio di forma riuscì a vincere un’altra causa legata al crac della Lehman Brothers. "È una grande soddisfazione — commenta proprio il legale — Questa nuova sentenza emessa dal tribunale di Prato ci fa ben sperare anche per le altre posizioni. Si tratta di diverse persone che, in alcuni casi, avevano investito cifre anche molto consistenti".
Silvia Bini