Prato, 15 settembre 2010 - UN’AGENZIA che coordini domanda e offerta di lavoro fra italiani e cinesi e che dunque, in qualche modo, getti un ponte fra i due distretti per evitare che continuino a correre paralleli. E’ l’obiettivo ambizioso al quale punta il Comune con la collaborazione della direzione generale all’immigrazione del ministero del Lavoro, non a caso rappresentata, ieri al vertice in palazzo comunale, dal direttore Natale Forlani. Proprio lui ha illustrato a Cenni e all’assessore Silli la disponibilità a finanziare interventi specifici su Prato e a fare della realtà locale un esempio a livello nazionale.

 

Di soldi non si è parlato, almeno non in termini numerici, ma in Comune c’è la speranza di arrivare sopra il milione di euro per dare corpo a diversi interventi, prima di tutto nel campo della formazione e della informazione nel settore lavorativo, poi anche nel campo linguistico, culturale e sportivo. Tutto parte, come ha chiarito Forlani, «dalla nuova disponibilità delle autorità cinesi a cambiare il rapporto e l’atteggiamento verso le istituzioni italiane», ovvero dalla consapevolezza degli stessi asiatici «che la Cina non si può presentare solo come il paese del dumping». Per questo il ministero lavora su programmi multidisciplinari che a Prato punteranno soprattutto a cercare un principio di integrazione fra i due distretti.

 

«UNO DEI PUNTI chiave nei rapporti futuri con la Cina — ha aggiunto Forlani — riguarderà la riqualificazione della presenza dei cittadini orientali sul territorio italiano» e questo significa, come ha sottolineato il sindaco, che si potrebbe arrivare anche «alla creazione di un’agenzia di lavoro specializzata, magari nel centro di via Puccini che già si occupa dei permessi di soggiorno, che favorisca l’assunzione di italiani da parte di aziende cinesi e di cinesi da parte di aziende italiane».

 

Più chiaro ancora Silli: «I cinesi non sanno che ci sono sgravi fiscali se si assumono disoccupati, così come non conoscono il lavoro interinale. Ecco perché c’è bisogno di formazione, informazione ed incentivi che il ministero è disposto a mettere in campo».

 

E’ CHIARO che la strategia, per funzionare, ha bisogno anche di controlli che scoraggino l’utilizzo di manodopera clandestina: «Se facciamo rispettare la legge — ha chiarito infatti Forlani — allora può diventare conveniente assumere disoccupati». Il ministero organizzerà a Prato anche una delle nove tappe nazionali della campagna «Musica, sport e integrazione» e ha dato la disponibilità a lavorare al fianco del Comune a tutto campo: «Servono mediatori culturali e ‘recettori’, ovvero figure che facciano emergere il disagio di chi viene sfruttato — ha detto ancora il sindaco — Inoltre i corsi di lingua vanno organizzati in modo organico e penseremo anche ad azioni culturali e sportive in modo da chiudere il cerchio e dare così, insieme ai controlli, una risposta complessiva».
Cenni non lo dice mai, ma l’incontro di ieri si potrebbe leggere anche come una risposta a chi accusa la giunta di pensare solo ai controlli (oggi peraltro il sindaco sarà a Roma al ministero dell’Interno) Non a caso è possibile un nuovo vertice con Forlani a breve, per entrare nello specifico del nuovo progetto Prato.