Prato, 4 ottobre 2010 - IL MODELLO Prato fa scuola sul fronte della sicurezza e ora das Milano e dalle Marche si guarda in Toscana per affrontare il problema dei cinesi. L’assessore alla sicurezza Milone nei giorni scorsi ha partecipato come relatore all’incontro pubblico a Tolentino, provincia di Macerata, organizzato nella sede della Lega nord sui temi della crisi occupazionale nei settori manifatturieri e commerciali e sulla concorrenza sleale dei laboratori degli immigrati. Il titolo dell’evento, al quale hanno partecipato circa 150 persone, era infatti «Tolentino è destinata ad un inesorabile declino? Il futuro non è già scritto, dipende da ognuno di noi».

 

Tolentino, come altre realtà delle Marche, da Ancona ad Ascoli, è interessata da un forte inserimento di imprenditoria cinese nei settori della pelletteria e della maglieria e per questo l’assessore Milone è stato invitato per illustrare il «modello Prato» e le misure adottate dall’amministrazione comunale per fronteggiare l’illegalità e la concorrenza sleale: «Il nostro modello — spiega Milone — viene richiesto anche in altre regioni d’Italia dove si manifestano gli stessi fenomeni di illegalità economica e finanziaria che ci sono nel distretto. Si tratta di un fatto importante anche perché significa che questo modus operandi è considerato molto efficace ed unico nel suo genere. Presto mi recherò anche in altre città delle Marche, una regione che sta presentando le stesse problematiche che in Toscana sono state sottovalutate per molti anni».

 

Ma non è solo nelle Marche che Milone andrà nei prossimi giorni, Pare anche il vice sindaco di Milano De Corato sia interessato al sistema anti illegalità pratese, a partire dalla squadra interforze: «Sì, vorrebbero che lo stesso principio di interdisciplinarità venisse applicato anche nel capoluogo lombardo — chiude l’assessore — Se Prato è diventata un modello, lo ripeto, vuol dire che gli sforzi fatti e l’azione di contrasto è considerata altamente positiva può dare soluzione ai problemi, al di là delle solite strumentalizzazioni politiche di parte».