Prato, 8 novembre 2010 - E’ LA SETTIMANA del giudizio per l’inchiesta «Permessopoli». Oggi in palazzo di giustizia si apre il processo per tre imputati, tra i quali quel Ban Yun Dong che è considerato il personaggio chiave del sistema di favori italo-cinese messo sotto accusa dalla procura. Domani invece Giancarlo Maffei, ex assessore e ormai ex consulente di Gestri per i rapporti con la Cina, non indagato ma protagonista di una bufera politica per le sue conversazioni proprio con Dong, tornerà dall’oriente dove si trova per lavoro.

 

E’ DUNQUE arrivato il giorno dei primi verdetti per «Permessopoli», l’inchiesta che lo scorso marzo portò all’arresto di otto persone e precisamente di Ban Yun Dong, Zhou Wen Ye, dell’assistente capo della polizia Michele Passeri e di altri cinque esponenti delle forze dell’ordine per i quali venne attuata la misura dei domiciliari, il vicequestore Fabio Pichierri, Daniela Ognibene, l’agente dell’ufficio di prevenzione generale della questura, Emanuele Ghimenti e i due carabinieri dei Nas, Enrico Ostili e Giuseppe Brucculeri (che poi hanno patteggiato).

 

Il processo che si apre oggi, con rito immediato su richiesta della procura, vedrà imputati proprio Dong, Ye e Passeri, mentre Pichierri e Ognibene saranno giudicati col rito ordinario. Le accuse vanno dalla corruzione all’abuso d’ufficio, al favoreggiamento e alla violazione del segreto istruttorio.

 

APPENA 24 ore e ci sarà un’altra giornata chiave. Martedì infatti è previsto il ritorno dalla Cina di Giancarlo Maffei. In una intervista al nostro giornale l’ex assessore della giunta Mannocci (1999-2004) ha già annunciato di voler rinunciare all’attuale incarico gratuito di consigliere di Gestri per i rapporti con la Cina, una decisione concordata con lo stesso presidente, e anche di voler lasciare la vita pubblica.

 

E’ FISSATO per mercoledì, invece, l’incontro fra Gestri e Maffei durante il quale dovrebbe essere formalizzata la rinuncia all’incarico. Non è escluso nemmeno che nelle prime ore pratesi dopo la settimana in Cina, dove Maffei si è occupato di un progetto per l’espansione del made in Italy in oriente, ci sia un confronto con la nuova segretaria del Pd Ilaria Bugetti, che proprio ieri ha detto di ritenere «opportune» le dimissioni di Maffei. Saranno 72 ore intense, dunque, ma c’è da scommettere che «Permessopoli» non finirà qui.