Prato, 20 novembre 2010 - Una quota importante pari a oltrer 35mila euro, della spesa che il Comune affronterà per l’installazione di luminarie proverrà dal «tesoretto» che il Comune ha accumulato attraverso le multe per le violazioni riscontrate nel commercio, in particolare fra gli esercizi gestiti da cinesi. Insomma, le «punizioni» per chi viola le normative in materia di commercio servono a rendere più belle e attraenti le strade in cui i commercianti lavorano nel periodo natalizio.

 

E’ uno dei retroscena che emerge nell’ambito delle polemiche che si sono registrate in seguito all’annuncio che l’amministrazione comunale finanzierà con un cospicuo gettito l’accensione delle «luci di Natale». Operazione promossa dal vicesindaco Goffredo Borchi che nella giunta Cenni ha la delega al centro storico e realizzata anche con fondi dell’assessorato allo sviluppo economico e delle circoscrizioni.

 

«E’ la stessa legge a disporre che i proventi delle sanzioni elevate nel campo del commercio vengano reimpiegate per un tetto massimo di 48mila euro per la promozione e il sostegno al settore — spiega Roberto Caverni, assessore allo sviluppo economico, che gestisce il “monte” derivante dalle multe e che a norma di legg va usato per pagamenti diretti e non come contributo alle categorie. Considerando che la maggior parte delle sanzioni sono elevate - specie dopo la recente stretta sui controlli - a commercianti cinesi, le violazioni da questi ultimi effettuate finiscono così per aiutare tutti gli altri commercianti».

 

I costi delle luminarie sono coperti oltre che dal fondo multe, da fondi di giunta (19mila euro per la sola corrente elettrica), da contributi delle circoscrizioni. La «centro» ad esempio partecipa con 5000 euro alla spesa complessiva e con 9000 euro per illuminare direttamente via Carbonaia, parti di via Strozzi e via Pistoiese, via della Sirena.

 

Una brutta notizia, considerando che un anno fa ltrattaiva raccolse circa 20mila presenze, riguarda invece la rinuncia alla pista sul ghiaccio in piazza Duomo. L’associazione fiorentina che si è aggiudicata il bando ha infatti rinunciato all’installazione. E non c’è tempo per sostituirla.