Prato, 26 gennaio 2011 - ''La vivacita' delle imprese cinesi a Prato, ben lungi dall'essere ammirevole, e' il termometro di una situazione di grave e crescente allarme, un fiume in piena che rischia di travolgere il distretto''. Confindustria Prato commenta cosi' i dati dalla Camera di Commercio di Prato sulle imprese straniere nella provincia.

 

Lo studio, diffuso ieri mattina, faceva emergere un rafforzamento e una crescente stabilita' delle imprese cinesi,
le uniche a crescere nel 2009 (+14,1%). ''La crisi - si legge in una nota - e' un'occasione di ulteriore crescita
dell'illegalita''' e ''le imprese italiane sono mortificate e messe a dura prova, anche sul piano etico''. Secondo gli industriali pratesi il quadro dell'imprenditoria cinese a Prato ''spiega l'estrema difficolta' dell'Unione Industriale ad onorare la sfida lanciata al suo presidente Riccardo Marini dalla presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, che vorrebbe 10 imprese cinesi associate: per diventare soci dell'Unione non bastano ne' il desiderio di diventarlo ne' il possesso di caratteristiche di regolarita', ma occorre che si diano entrambe queste condizioni''