Prato, 8 febbraio 2011 - LA QUESTIONE eroina torna alla ribalta. Sembrava sorpassata da nuove sostanze, surclassata dalla cocaina e dall’ecstasy, rimasta una droga da sbandati, ma negli ultimi mesi si sono moltiplicati i casi di spaccio. E soprattutto si è verificato quello che molti temevano: a Prato il mercato dell’eroina è ormai in mano ai cinesi. Il vicequestore Fabio Cilona afferma: «E’ caduto l’ultimo muro, quello che vedeva i cinesi spacciare solo all’interno della comunità. Adesso spacciano agli italiani». E lo fanno da par loro, a prezzi stracciati.

 

La vicenda di cronaca — ma è solo una delle tante e l’ultima in ordine cronologico — risale a sabato mattina, quando la sezione antidroga della polizia ha arrestato il cinese Quan Zung Chen, 30 anni, in via Filzi. L’orientale aveva con sé, nascosti nelle mutande, 47 dosi di eroina, altre 51 erano nascoste nella stanza che aveva affittato in via Delfini da alcuni connazionali. Alle spalle una condanna per rapina nel 2007, adesso quella per spaccio e detenzione ai fini di spaccio, reati per i quali ieri ha patteggiato in direttissima tre anni di reclusione. Il suo ultimo pensiero prima di entrare in aula l’ha confidato alla polizia: «In carcere in Italia mi va bene, ma non mi rimanderete mica in Cina?». L’uomo è stato arrestato mentre vendeva la dose a un cliente italiano, uno dei tanti che ogni giorno si può vedere a Chinatown alla ricerca degli spacciatori, che vendono gli stupefacenti alla luce del sole.

 

L’EROINA veniva venduta dal cinese a prezzi variabili: a un italiano a 30 euro, a un georgiano a 35. mentre era in questura il suo telefono ha suonato: il poliziotto ha finto di essere lo spacciatore e ha dato appuntamento al cliente... sotto la questura. E lui ci è andato. Il prezzo, in questo caso, era di 25 euro.
«Se queste cifre sono vere — dice Antonella Manfredi, direttrice del Sert di Prato — ci troveremo di fronte a un aumento di casi». Ma c’è sentore di questo prepotente ritorno dell’eroina e di questo nuovo dominio cinese nel controllo dello spaccio, che trova le sue fonti di approvvigionamento a Napoli? «Il 60% dei pazienti in carico al Sert sono eroinomani — continua — con un aumento dei pazienti cocainomani. L’aumento dei dipendenti da eroina non lo abbiamo ancora registrato, ma lo paventavamo già tempo fa e da più parti era previsto». Il motivo? Sociologicamente, secondo la dottoressa Manfredi, «i ragazzi di oggi non vedono l’eroina come la droga che porta all’emarginazione sociale». Chi invece si ricorda gli anni Ottanta e Novanta sa che terribile flagello sia stato. E lo è ancora.