Prato, 12 novembre 2011 - Un nuovo Centro di ricerca che coinvolgerà insieme Toscana e Cina nel settore tessile. Ma è già polemica, nonostante l'accordo sottoscritto a Firenze. Tra gli altri, sono intervenuti il viceministro cinese della Scienza e della Tecnologia Cao Janlin, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e il presidente della Provincia di Prato Lamberto Gestri.

Il Centro della citta' laniera, dove si trova una delle piu' popolose comunita' cinese, si spiega in una nota, avra' come obiettivi primari lo sviluppo di nuovi materiali, di prodotti e processi con ridotto impatto ambientale e che
garantiscano risparmio energetico, la sicurezza dei prodotti e la libera circolazione delle merci.

E' prevista anche la creazione di un laboratorio integrato, italo-cinese, per il controllo e la certificazione di qualita' dei prodotti. ''Soddisfazione'' per la firma e' stata espressa sia dal presidente Rossi, sia dal viceministro Jianlin che, tra l'altro, ha annunciato che nel dicembre prossimo una delegazione cinese, composta da imprenditori, verra' in Toscana per contatti con il mondo delle piccole e medie imprese e con i centri di ricerca (fra i quali il Sant'Anna di Pisa e l'Universita' di Firenze).

Una delegazione toscana e' stata invitata a ricambiare la visita il prossimo anno. Rossi ha accolto ''con molto interesse la proposta di una visita in Cina da parte di una nostra delegazione composta anche da imprenditori'' ed ha sottolineato ''l'importanza della visita che verra' compiuta in dicembre in Toscana da parte di un tessuto imprenditoriale che cresce dell'11,5% all'anno''.

''Disapprovazione per il metodo e sconcerto per il merito'': queste le reazioni dell'Unione
Industriale Pratese
alla sottoscrizione dell'accordo.

A questo si aggiunge - afferma un comunicato dell'Uip, ''la forte perplessita' per aspetti della questione che appaiono quantomeno poco trasparenti e che necessitano di chiarimenti tempestivi, inequivocabili ed esaurienti. La disapprovazione nasce in primo luogo dal fatto che l'operazione era stata data ieri al Tavolo di distretto come ancora in itinere''.

''Nemmeno quando, nella serata di ieri, sono state diffuse bozze di documenti riguardanti alcuni aspetti della questione, sono stati dati segnali che la sottoscrizione era cosi' imminente. Ci si chiedono i motivi di questa
accelerazione e dell'evidente discrepanza fra quanto detto ieri al tavolo di distretto e quanto e' poi avvenuto'', si legge nel comunicato degli Industriali pratesi. 

''Nel merito dell'accordo si rilevano elementi sorprendenti e di potenziale impatto dirompente per il distretto pratese. Del tutto irrituale il coinvolgimento diretto come protagonista dell'accordo di Wenzhou Garment
Development Co. LTD
, che ci e' nota dalla missione in Cina dello scorso luglio come azienda privata con titolarita' cinese. Suscita perplessita' - afferma l'Unione Industriale Pratese - il fatto che enti pubblici italiani sottoscrivano accordi (con gli oneri economici conseguenti) a beneficio di aziende private straniere.

Estremamente preoccupante un altro aspetto: nell'allegato alla bozza di accordo diffusa ieri sera si fa esplicito riferimento, nel capitolo relativo a ''Sviluppo e trasferimento di tecnologie per il recupero e riutilizzo dei materiali tessili'', al trasferimento di competenze verso la Cina e addirittura alla ''realizzazione di nuovi impianti per il riciclo e riutilizzo dei materiali tessili'' nel paese asiatico. Parole apparentemente inequivocabili: Prato si impegna a trasferire alla Cina le conoscenze nel cardato rigenerato, il suo core business storico, la sua stessa identita' tessile''.

''Ci si chiede se sia effettivamente cosi' oppure quale esatto significato abbiano quelle parole. Ci si domanda infine tutto questo sarebbe avvenuto, e se si sarebbe svolto con questa precipitazione, se non ci fosse stato il
problema-Creaf: vale a dire un contenitore costato gia' oltre 20 milioni di denaro pubblico che fino all'accordo di stamani era privo di una finalita' definita.

Tutto questo si e' svolto senza ascoltare le imprese pratesi e le loro organizzazioni, in particolare la nostra Unione che pure si era impegnata a commentare le proposte che emergevano e che era disponibile a continuare a dare il proprio contributo alla discussione. Non vorremmo che questa operazione inauguri un metodo orientato ad escludere dal confronto chi pone domande centrate ma scomode: sarebbe un fatto grave, di cui imprese e cittadini avrebbero il diritto di chiedere conto'', conclude la nota dell'Uip.