Prato, 27 dicembre 2012 - CHE SI può dire a un padre e a una madre che devono affrontare una prova così dura? Fabrizio Langianni e sua moglie Catia Pecci hanno già passato tutto questo. Un dolore che si rinnova. A Carmignanello la loro storia la conoscevano bene, ma speravano forse che dopo due lutti il destino avesse smesso di accanirsi.


Jonathan aveva solo 4 anni e mezzo, il 12 marzo 1995, quando se ne andò dopo una bella giornata al mare con i genitori. Tre anni dopo nacque Giada, un altro piccolo Angelo spirato tre giorni dopo il suo sesto compleanno, il 17 aprile 2004. Riposavano in pace, uno davanti all’altro, nel piccolo cimitero di Usella. Ora Thomas li ha raggiunti.
«MA COSA vuole da me il Signore, me ne ha già presi due. Ora può prendere anche me».

 

E’ un amico, appassionato podista come lui, a raccontare le prime parole di babbo Fabrizio, commerciante ambulante, appena si è reso conto di quello che era successo al suo piccolo. Dopo le prime due tragedie, il terzo figlio era costantemente controllato, anche di recente aveva passato una visita medica. Ma di fronte al destino c’è poco da fare. Risponde dal telefono di casa, è gentile nonostante il mondo che gli è crollato addosso. Non vuole parlare, chiede solo che venga raccontato quello che è successo con correttezza. Non vuole che si pensi a una superficialità da parte sua e della mamma, una superficialità che in alcuni commenti è emersa subito: «Come si fa a mandare un bambino malato a correre?», si è letto da qualche parte. Ovviamente le cose non stanno così, Thomas non era lì per correre ma per partecipare a una festa. Come faceva sempre con gioia. E il ragazzo era costantemente controllato dai medici.


ORA SI ASPETTA che il Meyer formalizzi la richiesta di un esame diagnostico mirato, che potrebbe essere effettuato già oggi alla medicina legale di Careggi. Poi il piccolo Thomas potrà ricevere l’ultimo saluto degli amici di karate, dei compagni di scuola di Vaiano, dei tanti amici del padre. Sarà esposto alle cappelle del commiato della Misericordia, quando sarà possibile. «Per ora è tutto fermo», dice il padre Fabrizio.


A RACCONTARE la vigilia di Natale più triste che si possa immaginare è anche Silvano Melani. E’ un dirigente della Asd Prato Promozione, associazione organizzatrice della manifestazione non competitiva «Buon Natale col sorriso» di lunedì, partita dal negozio «Il Campione» di via Mino da Fiesole.
«Doveva essere una festa — dice Melani — c’erano le renne, Babbo Natale, panettone e spumante. Invece è stata una tragedia. Il bambino era in fondo, con gli ultimi, camminava insieme al padre. Dopo pochi metri dalla partenza si è accasciato».
«Conosco bene il padre — conclude Melani — era impietrito. Terribile sia successo alla vigilia di Natale, provo quasi un senso di colpa». La festa prevista dopo la manifestazione è stata annullata, ma non la manifestazione stessa perché «è molto corta – dice Melani – e quando è successa la tragedia ormai era praticamente finita. Ho il cuore infranto anch’io».

Lu.Bo.