Prato, 28 giugno 2014 - Un tempo lo chiamavano Rambo, perché nota conoscenza delle forze dell’ordine e habitué del carcere. Oggi il soprannome resta valido perché, come il personaggio interpretato da Stallone, anche lui è un disadattato della società. Tanto da decidere di rapinare l’ufficio postale dove abitualmente ritira la pensione con la speranza di essere arrestato e riportato in prigione, perché meglio la cella di una società dove non ha posto, un tetto, uno scopo. Piero Lombardi, 61 anni, a Prato ne ha combinate diverse. Cresciuto al Magnolfi perché orfano di padre, ha trascorso una vita sempre ai margini, entrando e uscendo di prigione, tanto che alla fine quella è diventata la sua casa. Poco più di un anno fa uscì per fine pena; non gli hanno giovato né la borsa lavoro come giardiniere né la collocazione a Montevarchi, in una residenza, grazie al sostegno delle amministrazioni comunali di Prato e Montevarchi.
Martedì scorso Lombardi ha attuato il suo piano: tornare in carcere. Lo ha spiegato sia ai carabinieri che al giudice: meglio dentro che in questa società dove non ho collocazione, soprattutto adesso — questo ha sostenuto — che gli è stato intimato lo sfratto. Ai suoi amici ha detto che avrebbe fatto una rapina per tornare in prigione («Meglio che continuare così») e lo ha fatto davvero. Martedì mattina, attorno alle 8,30, si è presentato all’ufficio postale di Montevarchi, in via Sante Tani, armato di un coltello e di una pistola. E dire che in quell’ufficio, sede centrale, lo conoscono bene: da diversi mesi è lì che ritira la sua modesta pensione di invalidità. Allo sportello è arrivato con il suo look inconfondibile (capelli bianchi lunghi legati in una coda di cavallo) e al cassiere ha chiesto di consegnargli l’incasso. Intuibile la sorpresa di chi si è visto rapinare da un cliente abituale. Presi i soldi (un migliaio di euro), Lombardi è andato a casa e si è seduto ad aspettare i carabinieri.
I militari della Compagnia di San Giovanni lo hanno trovato seduto, sereno, contento di aver realizzato il piano. Voleva il carcere, il carcere ha trovato, per l’esattezza quello aretino di San Benedetto. Ieri mattina si è tenuta l’udienza di convalida dell’arresto (Lombardi era assistito dall’avvocato Gabriele Terranova del Foro di Prato). Per il giudice, però, non sarà facile decidere se lasciarlo in cella o adottare misure diverse.
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