Prato, 21 novembre 2017 - Sono 49,5 in media i giorni di assenza fatti registrare in un anno dai dipendenti comunali di Prato. Malattie, congedi, permessi e ferie. Ogni motivo di lontananza dal luogo di lavoro è finito nel conteggio elaborato dal centro di ricerca Ermes nel suo primo rapporto sui Comuni, calcolo effettuato sulla base dell’ultimo conto annuale della ragioneria generale per mettere a fuoco il problema dell’assenteismo negli enti pubblici e soprattutto nei Comuni capoluogo di Provincia. Prato non è fra i Comuni più virtuosi, ma nemmeno fra i peggiori.
Diciamo che sta in mezzo, al 70° posto. Al primo (che in realtà in questa speciale classifica non è affatto un merito) spicca Cosenza, con una media di 65,1 giorni di assenza, ma è utile sgomberare il campo da facili luoghi comuni sulla scarsa attitudine al lavoro dei dipendenti pubblici del Sud Italia: fra i lavoratori più virtuosi, per esempio, figurano i dipendenti del Comune di Barletta e di Vibo Valentia (23 giorni di assenza in media), o anche quelli di Avellino (24,3 giorni di assenza). Anche facendo un confronto con le altre realtà toscane, i nostri non sono di certo i dipendenti più «assenteisti». Il triste primato spetta a Lucca, che ha una media di 56,7 giorni di assenza da lavoro in un anno (quasi due mesi per ogni lavoratore). A seguire Pistoia con 53,7 giorni di media e anche Arezzo e Livorno (rispettivamente 53 e 52,9 giorni di assenza in media).
Peggio dei dipendenti del nostro Comune fanno anche quelli di Firenze, con i loro 52,3 giorni di assenze, mentre con Pisa (50,1 giorni di media) la lotta è serrata. Meglio di noi fanno soltanto Grosseto, al 73° posto con 48,9 giornate di assenza in un anno in media e Siena, all’83° posto con 46,9 giorni di assenza in media per ogni dipendente comunale. «La gestione dell’ufficio personale è molto rigorosa, anche se alcune assenze rientrano nei diritti dei lavoratori – commenta l’assessore al personale Benedetta Squittieri – Abbiamo messo in campo una serie di strumenti di controllo e monitoraggio anche sui cartellini, estraendo a sorte le verifiche sulle effettive presenze di vari uffici e sulle timbrature. Nessun intento persecutorio nei confronti dei dipendenti, una semplice verifica, in piena collaborazione con i lavoratori e le organizzazioni sindacali. Alcune verifiche vengono fatte diversamente rispetto a qualche anno fa, per evitare che errori di pochi gettino discredito su tutta la macchina comunale».