FEDERICO BERTI
Prato

"Non vedo l’ora di riabbracciarlo". Gli auguri di Benvenuti a Francesco Nuti

L’ex collega dei Giancattivi ricorda Nuti e il loro sodalizio comico. Martedì sera al Terminale "Benvenuti in casa Gori" per la rassegna dedicata a Cecco da Narnali

Alessandro Benvenuti Con Nuti e Athina Cenci ai tempi dei Giancattivi

Alessandro Benvenuti Con Nuti e Athina Cenci ai tempi dei Giancattivi

Prato, 24 aprile 2016 - "Buon compleanno Francesco Nuti". Al via la seconda edizione della rassegna che omaggia il cinema di Cecco da Narnali. Tra gli appuntamenti martedì 26 aprile al Terminale arriverà Alessandro Benvenuti. E per l’occasione sarà riproposto "Benvenuti in casa Gori", il grande successo del 1990 che riconciliò Nuti e Benvenuti dopo anni di silenzi. I due Giancattivi (il terzo elemento era Athina Cenci) di nuovo insieme su un set. Nuti produttore, Benvenuti attore e regista. Un lungo rapporto umano e professionale che dura da quasi quarant’anni.

Come e quando ha incontrato per la prima volta Francesco Nuti?

A una festa dell’Unità, a Calenzano se non ricordo male. Ci fu segnalato da un nostro amico funzionario dell’Arci provinciale di Firenze. Cercavamo un ‘terzo’, dopo la defezione dal gruppo di Tonino Catalano che non voleva partecipare al programma di Raiuno «Non Stop». Così andammo in incognito a vederlo. Il giorno dopo Francesco ricevette una telefonata ed entrò ufficialmente nei Giancattivi.

Come Giancattivi avete vissuto anni di successo. Che cosa ricorda di quel periodo?

Eravamo dei predestinati. Salimmo piano piano a poco a poco finche’messici in bella vista sull’ultimo piolo (da romantico immagino una scala all’antica di legno) su di noi non piombò in rapace picchiata la televisione italiana e con quella, Francesco Nuti. Con lui all’inizio fu un’avventura beata e via via sempre più esaltante. E poi tanta fatica, comunque compensata dal successo. Diciamo che potevamo viverla meglio. Ma per gestire un successo che dall’oggi al domani ti cambia di fatto l’esistenza, ci vuole tanto equilibrio. Però fu un gran bel periodo di formazione. Sono stato fortunato ad averlo vissuto.

Dopo l’uscita di "Ad Ovest di Paperino, la separazione. Come ha vissuto quel momento?

Come una liberazione. Con dolore. Come una sconfitta. Una caduta agli inferi (si sente che ho fatto il chierichetto?). Ho perso tutto. Ho toccato il fondo. Mi sono ritrovato solo, ma sono sopravvissuto e un po’ alla volta ho ripreso a correre.

Paperino è una frazione della periferia di Prato. Come nacque quel titolo?

Da uno scherzo nato tra i nostri tecnici, Marco Paoli, Mario Mambro e Gigi Croce. Comunque fu il Mambro che tornando una notte da uno spettacolo, fattoci notare il cartello che indicava Paperino, condensò quel titolo che, per certi versi, è rimasto nella memoria collettiva di tanta gente. Forse il titolo è addirittura meglio del film in sé.

Per anni le vostre strade si sono divise per poi reincontrarsi, grazie a Benvenuti in casa Gori?

Concorsero a farci riavvicinare diverse cose. Alcune delle quali è giusto che restino senza una esauriente spiegazione, insomma, segrete. Però è doveroso dire che molto fecero i nostri comuni amici, Novello Novelli e Ugo Chiti.

Collega, amico, nemico, rivale. Chi è stato per lei Nuti?

Nemico mai. E’stato semmai un collega che mi ha aiutato nel bene e nel male a crescere tanto. Adesso è un ricordo al quale non posso che essere affezionato per tutto ciò che mi ha lasciato. E assai dispiaciuto per come il destino ha lasciato lui".

 Da quanto tempo non vi vedete?

Da troppi anni.

Fra poco sarà il suo compleanno. Quali sono gli auguri migliori?

Che trovi quanta più pace e affetto possibile tra le persone che gli stanno intorno.

I fans dei Giancattivi vorrebbero rivedervi tutti e tre insieme...

I fans dei Giancattivi è una espressione che solo a vederla scritta mi commuove. Provo ad immaginare le migliaia di facce, presenze, voci, risate, applausi, che ci hanno accompagnati in quella irripetibile stagione d. E’un tempo, un ricordo, un vento che girando l’angolo è passato. No, non credo che potrà succedere. Però mi farà piacere il 26, riabbracciare Francesco. Credo che mi commuoverò.