FEDERICO BERTI
Prato

Ricordando Pasolini, Ninetto Davoli al Terminale

Lunedì 14 (ingresso gratuito) prima della proiezione di "Uccellacci e uccellini"

Pier Paolo Pasolini e Ninetto Davoli; al centro, Tessa Bouche

Pier Paolo Pasolini e Ninetto Davoli; al centro, Tessa Bouche

Prato, 7 dicembre 2015 - Nel quarantesimo anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini, non poteva mancare la testimonianza di una delle persone più care e più vicine al regista friulano: Ninetto Davoli. L’attore sarà presente lunedì 14 dicembre al cinema Terminale, prima della proiezione del film Uccellacci e uccellini, in programmazione alle 21; uno dei quattro film scelti per comporre un vero e proprio omaggio al regista/scrittore/poeta a cura della Casa del Cinema di Prato, dell’associazione Pasolini, in collaborazione con il comune, l’assessorato alla cultura, l’Arci, il teatro Metastasio, il teatro La Baracca (gli altri titoli erano "Porcile", "Mamma Roma", "Teorema").

Lunedì prossimo a ingresso gratuito torna sul grande schermo del Terminale "Uccellacci e uccellini", un grande film di Pasolini, che per l’occasione affidò il ruolo da protagonista proprio da un giovanissimo e sconosciuto Ninetto Davoli dopo una piccola comparsata in "Il vangelo secondo Matteo".

Inizia così un sodalizio umano e professionale che si interromperà solo alla morte del regista nel novembre del 1975. Insieme gireranno addirittura nove film nell’arco di poco più di dieci anni. Tra i titoli più importanti Teorema, Il Decameron, Il fiore delle mille e una notte, I racconti di Canterbury.

"Uccellacci e uccellini" uscì sugli schermi nel 1966 e, oltre Ninetto Davoli, il protagonista fu un anziano Totò in una delle sue ultime apparizioni (l’attore infatti morì l’anno successivo). Un film molto caro al regista che più volte dichiarò: "E’ stato il mio film che ho amato e continuo ad amare di più perché il il film più povero e più bello e poi perché è l‘unico mio film che non ha deluso le attese. Collaborare con Totò, reduce da quegli orribili film che oggi una stupida intellighenzia riscopre, fu molto bello. Era un uomo buono e senza aggressività, di dolce cera".

All’uscita, il film ebbe un gran successo di critica ma si rivelò un clamoroso insuccesso al botteghino diventando il film con il peggior incasso in assoluto nella carriera di Totò. Ma da quel momento il cinema italiano scopriva appunto un nuovo volto, quello di Ninetto Davoli che sarebbe diventato una presenza importante nel cinema italiano. Tra i titoli del suo lungo curriculum, "Partner" di Bernardo Bertolucci, "La Tosca" di Luigi Magni, "L’Agnese va a morire" di Giuliano Montaldo, "Casotto" di Sergio Citti, altro grande amico e collaboratore di Pasolini.