Sarzana, 11 agosto 2012 - Scatta l’allarme rosso per l’agricoltura della val di Magra. C’è il rischio a breve scadenza del razionamento dell’acqua con conseguenti gravi problemi per tutte le coltivazioni.
Secondo gli ultimi dati, l’acqua che viene attinta dal fiume per l’ uso agricolo è in forte calo. Il prelievo che viene fatto dal fiume Magra, in località Stadano, nel Comune di Aulla, rispetto ai valori di concessione è di fatto dimezzato, da 2.770 litri al secondo si è passati a 1600 litri al secondo, appena sufficiente per il fabbisogno. Ma le previsioni sono orientate a un ulteriore calo, nel qual caso un ulteriore razionamento sarà inevitabile.
Finora il Canale Lunense è riuscito a far fronte alla situazione ma visto che i bollettini meteo non annunciano novità la siccità sembra destinata a continuare. Tutto ciò significherebbe danni incalcolabili per le numerose aziende agricole che operano nella Vallata del Magra e una situazione di piena emergenza per l’intera agricoltura del comprensorio.
Oltre al livello del Magra che continua a scendere esiste il problema dei pozzi dai quali viene attinta l’acqua in modo anche incontrollato da parte di privati. In alcuni casi si parla di vero e proprio abusivismo. Già in molte zone della penisola a causa della siccità è stato chiesto lo stato di calamità. Una drammatica realtà che a giorni rischia di subire la vallata del Magra.
Da parte del Canale Lunense diventa sempre più difficile far fronte ad una situazione di continua emergenza. Non sono ancora stati risolti i problemi causati dall’alluvione dell’autunno scorso che arriva la siccità, il tutto in una situazione di emergenza occupazionale ma anche di limitazione di intervento nella quale si trova ad operare il Consorzio. Richieste alla Regione che durano ormai 10 anni sono completamente disattese. "Siamo in prima linea - afferma il direttore del Consorzio, l’ingegner Angelo Ferrarini - Quella che prima era considerata l’eccezionalità ora è la normalità, si passa infatti da alluvioni a siccità ormai da anni. Ora vista la situazione meteo esiste veramente un grave rischio per l’agricoltura".
"Sono tutte le aziende agricole coinvolte - prosegue l’ingegner Ferrarini - è perfino inutile sottolineare che con la carenza idrica prospettata i danni sarebbero notevoli. Vorrei ricordare che le aziende di Marinella che coltivano il basilico richiedono una quantità enorme di acqua, poi ci sono i prodotti orticoli, le aziende di Castelnuovo di piccoli frutti di bosco che rischiano di avere di avere serie ripercussione dal razionamento. A questo punto solo la pioggia può risolvere una realtà che diventa ogni giorno più difficile".
A giudizio del direttore del Canale Lunense tanti problemi potrebbero essere risolti se qualcuno in Regione si decidesse ad approvare il nuovo piano proposto, ormai da un decennio, che riguarda il potenziamento della struttura ma anche l’ ampliamento delle competenze. "Si tratta di un progetto - sostiene Ferrarini - che permetterebbe un’attività più razionale e una maggiore tranquillità operativa ed economica per l’ente che è fra l’altro sottodimensionato". Attualmente al Canale Lunense operano 21 unità, sette sono in uffici gli altri lavorano all’esterno.
di Carlo Galazzo
© Riproduzione riservata