Sarzana, 20 luglio 2013 - Il tempo per portare a compimento il «miracolo» di una pista ciclabile che, con criterio, collegasse il centro storico alla stazione ferroviaria non è mancato e, forse, neppure i soldi. Un progetto da 650mila euro approvato nel 2010 su un cofinanziamento della Regione da 487mila assegnato nel 2009 e altri 162mila stanziati dal Comune, il via ai lavori il 25 luglio del 2011. Ma il miracolo non si è compiuto. Chissà se è colpa dell’improbabile data di fine lavori mai corretta, l’inesistente 31 settembre 2012 ancora leggibile sul cartello del cantiere nel viale XXI Luglio.
Fatto sta che la pista ciclabile prevista dal «Piano Botta» non da ancora segni certi di diventare un’opera sensata e neppure decorosa. Anzi, «uno schiaffo al decoro di Sarzana» la definisce l’attivista del M5S Francesco Battistini in un dettagliato «screening» delle anomalie sul tratto realizzato con un «po’ di vernice gialla su un vecchio e malandato marciapiede in gres e, di tanto in tanto, qualche bel graffito bianco raffigurante una biciclettina».
Alle sue osservazioni su facebook ha risposto l’ex sindaco ora senatore Massimo Caleo spiegando, afferma Battistini, «di non aver realizzato l’opera con pavimentazione nuova, non sconnessa, idonea e antiscivolo proprio per preservare il valore storico dell’attuale marciapiede realizzato, negli anni ’60, con piccole mattonelle in gres».
«Peccato però — osserva Francesco Battistini — che se si vuol preservare il valore storico di un bene non ci si scarabocchia sopra con la vernice e non si tenta di tappare le numerose buche con del cemento a pronta presa tirato alla meglio».
Dunque bene rovinato e pericoli: le mattonelle con la pioggia sono «altamente sdrucciolevole», «la pavimentazione è sconnessa, piena di piccole buche, toppe improvvisate, crepe e dossi dovuti all’incuria». Sorpreso dalla richiesta dell’ex primo cittadino di lamentarsi «senza clamori» negli uffici comunali, Battistini si stupisce di dover «dover segnalare problemi del genere su un’opera appena costruita»: «assurdo, al limite della presa in giro» commenta. Insomma una pista spacciata per nuova ma realizzata riadattando una cosa vecchia per un uso diverso da quello per cui era stata progetta e «senza neppure la decenza di fare prima un minimo di restauro» sostiene, un’opera che «offende la dignità e l’intelligenza dei cittadini».
Ma i problemi della nuova pista ciclopedonale non si esauriscono nella pavimentazione sconnessa e inadeguata del viale XXI Luglio. Le contraddizioni tra la segnaletica orizzontale e quella verticale contano forse sull’acquisita capacità di pedoni e ciclisti di cavarsela a prescindere. I più attenti rischiano però di andare in confusione davanti ai disegnini sul marciapiede che mandano i pedoni a destra e i ciclisti a sinistra mentre il cartello dispone il contrario.
Quale indicazione seguire? Ancor più difficile, e pericolosa, la scelta nei punti in cui la pista svanisce nel nulla. Magari nel bel mezzo di un incrocio (via del Murello) dove gli automobilisti non hanno visibilità e rischiano di travolgere i malcapitati ciclisti che possono solo decidere quale delle due strade imboccare... in senso contrario. Oppure nella stradina, che costeggia l’asilo nido, troppo stretta per un doppio senso, quando si troveranno a scegliere in quale senso direzione... farsi travolgere.
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