REDAZIONE SARZANA

Caccia vicino alle case. "Gli ha sparato davanti ai bimbi"

Il racconto del fratello dell’uomo ferito da un cacciatore

Cacciatore spara a bruciapelo ferendo gravemente giovane padre di famiglia in via Borgolo

Cacciatore spara a bruciapelo ferendo gravemente giovane padre di famiglia in via Borgolo

Castelnuovo Magra (La Spezia), 3 ottobre 2017 -   DUE versioni opposte, due storie completamente diverse quelle che raccontano Daniele Rustighi, il cacciatore di 59 anni di Castelnuovo Magra dal cui fucile domenica mattina nella zona di Tavolara è partito il proiettile che ha centrato all’addome Jamaal Madboui, e Mohamed, il fratello del 47enne giardiniere e padre di tre figli ora tra la vita e la morte all’ospedale di Massa. E’ la dinamica di un incidente, un colpo partito in modo accidentale, quello che racconta il cacciatore. Un vero e proprio tentativo di omicidio invece secondo il fratello di Jamaal: per lui l’uomo avrebbe sparato volontariamente da una distanza di quattro o cinque metri. Su un unico punto concordano le due versioni: non si conoscevano, tra loro non c’erano mai stati prima litigi né discussioni. Sarà dunque decisiva la perizia balistica per cercare di ricostruire la dinamica esatta. L’esame della traiettoria per stabilire come si sono svolti i fatti potrebbe essere la perizia balistica. Ora però  si preannuncia una battaglia legale, visto che tutto sarà deciso deciso in sede di perizia. Bisognerà vedere infatti se il colpo è partito da distante e quindi se c’è stata l’intenzionalità di sparare da parte del cacciatore o  se invece lo sparo c’è stato  da vicino ed è quindi compatibile con un colpo accidentale durante una collutazione, come sostiene Rustighi.

DRAMMATICO il racconto di Mohamed Madboui, fratello di Jamaal, che sostiene di essere stato testimone dell’accaduto. Con lui, secondo la sua testimonianza, c’erano la moglie e il figlio di 13 anni, la cognata e i tre nipoti di 9, 7 e quattro anni. «Saranno state le 9,20 – racconta Madboui – La discussione è nata perché quell’uomo ha sparato a cinque metri di distanza da dove stavano giocando i bimbi. “Vieni a cacciare in questa zona dove ci sono bambini?”, gli ha detto mio fratello, “Allontanati perchè li hai spaventati. Lui ha risposto di aver sparato verso i monti e poi ha detto “vai a quel paese te e i tuoi figli”. Poi si è allontanato. E’ stata questa frase che mio fratello non ha accettato. A quel punto lo ha seguito e raggiunto per chiedere conto di quella frase. Lui l’ha prima picchiato con la canna del fucile, mio fratello si è rialzato e lo ha seguito di nuovo, quell’uomo gli ha puntato il fucile al petto, per fortuna mio fratello è riuscito a deviare sul fianco il colpo. Poi è scappato, io l’ho inseguito per quasi 500 metri, procurandomi una lesione al piede. E’ uscito un anziano, gli ho urlato di chiamare un’ambulanza, che avevano ammazzato mio fratello. Il cacciatore è riuscito a far perdere le sue tracce e io sono corso indietro per soccorrere Jamaal. Mi auguro che ci siano delle telecamere e che abbiano registrato tutta la scena».

L’UOMO continua deciso il suo racconto del drammatico episodio. «I bimbi che hanno assistito sono sotto choc – dice Mohamed – domenica notte avevano paura che tornasse “l’uomo col fucile”. Non hanno dormito. Ieri non sono andati a scuola, sono ancora sconvolti, ci vorrà uno psicologo per farli riprendere. Sono stati momenti terribili». Ieri Mohamed è andato in ospedale dal fratello: «Sta ancora molto male, lo hanno operato ma è ancora in pericolo di vita». Anche lui conferma che non conoscevano lo sparatore. «Ero stato io – dice – ad avere una discussione con un altro cacciatore tempo fa, una discussione che si era risolta molto civilmente. Un colloquio fra persone educate, nessun insulto. Non so come è potuto succedere tutto questo. Sicuramente non è stato un colpo partito accidentemente, è stato un atto voluto: tutti noi eravamo presenti. Non c’erano altri testimoni, a parte quella persona anziana, ma noi abbiamo visto bene quello che è successo. Una vicenda orribile che lascerà il segno in tutti noi. Ora siamo tutti vicino a Jamaal speriamo si possa riprendere: le sue condizioni sono molto gravi».

Carlo Galazzo