Siena, 29 aprile 2011 - Riaffiorano in queste ore i dettagli di un movimentato episodio accaduto alla fine della scorsa estate a Montelupo. Tornano sotto la luce dei riflettori poiché torna anche il nome, in proposito, di Matteo Gorelli. Nel settembre 2010 un folto gruppo di giovanissimi aggredì una pattuglia della polizia municipale di Montelupo Fiorentino, formata da tre agenti, in servizio serale per il controllo di rumore e somministrazione di alcolici nei pressi di locali molto frequentati lungo la statale Tosco - Romagnola. Nel gruppo, è stato accertato, c’era anche Matteo Gorelli, all’epoca appena maggiorenne, nei confronti del quale scattò — come confermato ieri dal comando di polizia municipale — la denuncia per resistenza ed oltraggio a pubblico ufficiale.

 

In quella circostanza, sembra che il giovane avesse rifiutato di fornire le proprie generalità agli agenti accertatori. I quali in quel momento preciso non stavano redigendo alcun verbale. Né nei confronti di Matteo Gorelli né di altri del gruppo, alcuni dei quali minori di 18 anni. Erano giovanissimi provenienti anche da fuori la città della ceramica: alcuni locali fungono da polo d’attrazione anche per persone che arrivano da posti più lontani. Si trattò di un episodio – questo «faccia a faccia» tra giovani e vigili, che provocò choc nell’intera comunità di Montelupo, stigmatizzato nei giorni successivi anche dalla giunta Mori. Episodio che non mancò di suscitare polemiche e riflessioni sulla situazione giovanile. Anche se poi l’eco si spense, poiché in fondo la cosa non era degenerata. Stessa musica che si ascolta oggi. A differenza di allora, oggi c’è una vita in bilico. E un altri militari che ha subito un danno, probabilmente irreversibile ad un occhio.

 

Lungo la provinciale 22, lunedì di Pasquetta, il giovane non si è rifiutato di fornire le proprie generalità, ma quando i carabinieri del Norm di Pitigliano, accertato lo stato di ebbrezza (tassi rilevati 0,87 e 0,89) il giovane è esploso in una rabbia devastante. «Lucida spietatezza» come è stata definita dal giudice per le indagini preliminari Pietro Molino, nella provvedimento con cui ha convalidato l’arresto di Gorelli e disposto la custodia cautelare in carcere. E dopo l’esplosione di rabbia, sempre con la stessa lucidità, il giovane non si è limitato ad opporre resistenza ai militari. Uno di loro sta ancora strenuamente lottando per non morire al policlinico «Le Scotte».