Siena, 12 marzo 2012 — “E’ dura farmi parlare, lo so”. Confessa Sebastiano Murtas, 22 anni a luglio, il fantino che ieri a Legnano ha letteralmente sbancato conquistando il “Memorial Donadoni” ma aggiudicandosi anche alcune batterie. Insomma, la sua giornata fortunata. E anche il frutto di impegno e sacrifici.
Nelle pagelle che ho dato ai fantini sull’edizione cartacea del nostro giornale ti ho assegnato 8,5, soprattutto per la grinta e per non aver mollato mai. Sei d’accordo?
“Va bene, può andare (ride, ndr)”.
Ma come, non sei dosddisfatto della giornata?
“Certo, sono contento, cerco di fare sempre meglio”.
Qualche addetto ai lavori sostiene che sei ulteriormente maturato.
“Ogni anno che passa è sempre meglio, l’esperienza importantissima”.
Ti alleni usando tecniche particolari? Vai in palestra?
“No, ma che! L’allenamento è soltanto il lavoro in scuderia con i cavalli. Da Gigi Bruschelli ce ne sono sedici. La mia palestra è il lavoro duro”.
A Legnano hai lasciato una buona impressione.
“Devono essere gli altri a valutare”.
Murtas è sempre così modesto?
“Le vittorie non mi fanno montare la testa”.
Qualcuno, se continui così, potrebbe farti indossare un giubbetto a luglio.
“Lo spero con tutto il cuore”.
Qualche segnale in tal senso c’è?
“Per ora no, direi solo segnali di amicizia”.
Passioni al di fuori delle corse?
“Niente, solo cavalli. In futuro mi piacerebbe averne di miei”.
A chi dedichi il successo nel Memorial?
“A chi mi vuole bene e a chi mi dà fiducia”.
Laura Valdesi
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