Siena, 8 novembre 2013 - La procura di Siena ricorre in Cassazione contro il no del gip al sequestro di 170 milioni di euro, a fini di confisca e impeditivo, a carico di Jp Morgan. Il ricorso e' stato presentato dai pm Nastasi, Grosso e Natalini nell'ambito dell'inchiesta sull'acquisizione di Antonveneta da parte di Mps e segue la prima richiesta avanzata dagli stessi magistrati nel giugno scorso, poi respinta pochi giorni fa. E' quanto emerge da fonti giudiziarie.
I pm di Siena hanno scelto di fare ricorso direttamente in Cassazione senza rivolgersi prima al tribunale del riesame.
Nel giugno scorso i pm avevano chiesto al gip il sequestro preventivo a fini di confisca di circa 170 milioni ritenendo questa cifra ''un profitto ingiustamente conseguito'' dalla banca d'affari americana nell'ambito dell'operazione Fresh che consenti' a Mps di reperire parte del capitale necessario per l'acquisizione di Antonveneta. L'ingiusto profitto, secondo i magistrati, sarebbe derivato dal reato, contestato nell'inchiesta, di ostacolo all'autorita' di vigilanza, ossia la Banca d'Italia, reato comunque per il quale pero' JP Morgan non risulta indagata. Di diverso parere, in base alle stesse fonti, e' il gip, Ugo Bellini, secondo il quale sarebbe indubbio il 'fumus' del reato di ostacolo alla vigilanza, reato che pero' va considerato neutro rispetto al profitto ingenerato, che quindi non puo' essere confiscato come provento di condotta illecita.
Allo stesso modo, sempre secondo le stesse fonti, per i pm dovevano essere sequestrati a fini impeditivi i contratti Tror sottoscritti da Fondazione Mps, cio' per bloccarli e impedire la prosecuzione di quella che e' ritenuta una condotta illecita perche' risultante dal reato ipotizzato di ostacolo alla vigilanza. Anche in questo caso, pero', il giudice ha respinto la richiesta. La Cassazione ha 30 giorni di tempo per pronunciarsi.
© Riproduzione riservata