Siena, 25 marzo 2014 - Accolto, in parte, dalla Cassazione il ricorso della Procura di Siena contro l'esclusione del reato di truffa aggravata a carico della banca giapponese Nomura.
Rigettati, invece, i motivi di ricorso sull'esclusione del reato di usura aggravata. Dunque adesso il tribunale del Riesame di Siena dovrà nuovamente valutare gli 'indizi' sulla responsabilità della banca nipponica nell'ambito dell'inchiesta sul dissesto del Monte dei Paschi di Siena. Solo in seguito a questa valutazione, la magistratura senese valuterà se chiedere o meno il sequestro di un miliardo e 800 milioni di euro per Nomura, misura finora sempre respinta nonostante le richieste della Procura.
In particolare la II Sezione penale della Cassazione - presieduta da Antonio Esposito - ha "annullato limitatamente al delitto di truffa" l'ordinanza dello scorso 13 luglio con la quale il tribunale del Riesame di Siena aveva confermato il 'no' al sequestro della somma, gli ermellini hanno rinviato le carte al tribunale di Siena "per un nuovo esame sul punto" e hanno rigettato "nel resto il ricorso".
Nomura è il partner con il quale i manager di Rocca Salimbeni avevano stipulato il contratto di ristrutturazione del derivato Alexandria. Per la banca giapponese sono chiamati in causa anche Sadeq Sayeed, l'ex ceo di Nomura per l'Europa e il Medio Oriente, e Raffaello Ricci, ex responsabile per l'Italia dell'istituto nipponico.
Finora la magistratura di merito non aveva mai convalidato le ipotesi di truffa ed usura contestate a Nomura.
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