Poggibonsi (Siena), 29 settembre 2017 - Tre persone sono state arrestate dai carabinieri della Compagnia di Poggibonsi con l'accusa di caporalato, ovvero di intermediazione illecita, e sfruttamento del lavoro. L'operazione, che sarà presentata in mattinata nel corso di una conferenza stampa, è stata condotta insieme al colleghi del Nucleo ispettorato del lavoro di Siena.
Le ordinanze sono state eseguite dai militari dell'Arma nelle province di Siena e Grosseto.
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Compensi miseri nella nuova vicenda di caporalato scoperta nel Chianti e in Toscana con gli arresti dei carabinieri di oggi. Ma per i lavoratori africani le paghe erano ancora più basse degli operai di altre etnie. È quanto emerge dalle indagini della procura di Siena per cui sono stati arrestati in carcere tre curdi. Dagli accertamenti quasi tutti i dipendenti hanno dichiarato di ricevere una remunerazione pari a 6,5 euro l'ora, ben al di sotto di quanto previsto dal contratto nazionale di lavoro dell'agricoltura che prevede un compenso pari a 9,78 euro l'ora.
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In busta paga, inoltre, sarebbero state pagate un numero inferiore di ore rispetto a quelle realmente lavorate (fino a 12 ore al giorno). Disparità di trattamento, nell'organizzazione stroncata fra Siena e Grosseto, tra i lavoratori di origine curda, la stessa dei tre arrestati, che venivano retribuiti di più, e i lavoratori di altre nazionalità, principalmente africana, pagati meno. Inoltre, secondo la versione pressoché concorde di tutti i lavoratori ascoltati, la ditta non corrispondeva loro le maggiorazioni previste per il lavoro straordinario e festivo, né il trattamento di fine rapporto alla scadenza dei contratti, peraltro tutti stipulati a tempo determinato.