PAOLA TOMASSONI
Cronaca

La prefettura punisce i profughi. «Revocata l’accoglienza di Stato»

Il 4 ottobre sette migranti avevano danneggiato l’hotel che li ospitava

Profughi (foto d'archivio)

Profughi (foto d'archivio)

Siena, 19 ottobre 2016 - Un'accoglienza immeritata o almeno mal corrisposta: si legge questo nell’ultimo capitolo del difficile rapporto fra i profughi africani ospitati a San Giovanni d’Asso e le Terre di Siena. Perché per sette giovani, tutti fra i diciotto e i ventidue anni, è scattata la revoca dell’accoglienza di Stato. Una decisione, punizione esemplare, presa dalla Prefettura di Siena, decisamente in controtendenza con le politiche di accoglienza di oggi in ambito italiano ed europeo. I sette sono rei di aver provocato danni nella notte fra 4 e 5 ottobre scorso all’hotel L’Abbeveratoio dove erano ospitati, struttura individuata dalla Prefettura senese appunto per l’accoglienza sul territorio dei tanti migranti giunti in Italia dopo la fuga dai paesi natii, da guerre, povertà e oppressioni.

Da ieri dunque i sette richiedenti asilo non hanno più un tetto sotto cui dormire né una protezione sul territorio di cui sono comunque opsiti. Il giorno fatidico, in cui si sono giocati tutto, è appunto il 4 ottobre scorso quando presso l’Abbeveratoio hanno inscenato una protesta per lamentare il ritardo nel pagamento da parte del proprietario della struttura del pocket money loro riconosciuto (da parte dello Stato): i 2,50 euro al giorno che per un mese di permanenza sono circa 75 euro, che proprio quel giorno avrebbero dovuto ricevere ma si sono invece sentiti negare. Un ritardo, di qualche ora o di un giorno massimo, che li ha fatti scendere in strada per protesta. Tanto da richiedere il sopralluogo dei carabinieri della locale stazione.

Ma quella notte sono andati ben oltre: rovesciando e rompendo tavoli, vasi, stoviglie e anche una staccionata in legno. Di lì ancora un intervento dei militari locali con il supporto dei colleghi della compagnia di Montalcino, che a quel punto, di fronte al danno quantificato in qualche centinaia di euro, hanno fatto scattare la denuncia. E ieri la Prefettura, attraverso la notifica del provvedimento recapitata dai carabinieri stessi, ha messo fuori i sette, individuati come responsabili della ‘notte incandescente’. I migranti denunciati dunque sono ora a piede libero sul territorio, ma non hanno più l’accoglienza di Stato, non hanno più casa, vitto, né prendono più alcun sussidio italiano. Hanno però il permesso di soggiorno temporaneo, riconosciutogli come richiedenti asilo, fino almeno al giorno in cui sarà presa dalle autorità competenti una decisione sullo stato di rifugiati o meno.

Se da una parte la punizione ci voleva, dall’altra il dubbio è sul futuro, e anche sul presente, di questi sette ‘senza fissa dimora’ né un lavoro ospiti sul territorio italiano. Va ricordato a questo punto che ogni migrante accolto costa allo Stato 33,50 euro al giorno, pagati all’ospitante (proprietario di casa) in cambio di vitto, alloggio appunto e prodotti per l’igiene personale. Al migrante il proprietario della struttura d’accoglienza deve invece 2,50 euro al giorno, il pocket money per le sue spese quotidiane, che spesso si riducono in schede telefoniche.