Viareggio, 29 giugno 2012 - Lutto cittadino, i fischi dei treni in transito dalla stazione e il tricolore a mezz’asta anche sui pennoni degli stabilimenti balneari: oggi Viareggio commemora le trentadue vittime del 29 giugno 2009. E lo fa nel modo più semplice, con una marcia silenziosa che, da piazza Dante, culminerà nel piazzale di Largo Risorgimento in attesa dell’ora esatta che ha cambiato per sempre il profilo della nostra città: le 23.48.
Ad aprire il corteo, partito alle 20, un gigantesco striscione sul quale sono raffigurate le foto delle vittime. In piazza Mazzini, intorno alle 21.15, sono previsti gli interventi del sindaco Luca Lunardini, dell’arcivescovo di Lucca Italo Castellani, del comandante dei vigili del fuoco e dei familiari delle vittime che attendono dalla Procura di Lucca la notifica della chiusura delle indagini, e le eventuali richieste di rinvio a giudizio per gli indagati.
Al termine il corteo si muoverà lungo la Passeggiata, poi costeggerà il lungo molo e, sorpassato il vecchio cavalcavia, giungerà nel parcheggio della Pam. L’arrivo è previsto per le 23.15 e da quel momento alcuni bambini leggeranno dei pensieri raccolti in questi anni nella Casina dei Ricordi. Infine l’attesa silenziosa delle 23.48. Nient’altro, solo la lettura dell’elenco delle 32 vittime, scandito dal suono di una campana.
In questa giornata di lutto e di ricordo, a Viareggio sono arrivati anche i rappresentanti dei familiari delle vittime Moby Prince di Livorno, quelli della Casa dello studente dell'Aquila, gli operai della fabbrica torinese Thyssenkrupp, Bruno Pesce del Comitato di Casale Monferrato. Partecipa anche Antonio Morelli, che ha perso una bambina di sei anni nel crollo delle case di San Giuliano in Puglia e alcuni degli abitanti delle Case Bianche di Milano dove si sono registrati alcuni casi di malati a causa della presenza di amianto.
CHIUSA L'INCHIESTA: 32 INDAGATI, LE ACCUSE A MORETTI - In qualità di amministratore delegato prima di Rfi - dal 2001 al 2006 - e poi di Fs, Mauro Moretti non ha valutato i pericoli e i rischi del passaggio di treni carichi di sostanze pericolose da stazioni come quella di Viareggio (Lucca), circondata da case. Lo scrive la procura di Lucca nell'avviso di chiusura delle indagini inviato ai 32 indagati per la strage del 29 giugno 2009. Moretti è accusato di ''inosservanza'' di ''leggi, ordini, regolamenti e discipline'' e di ''omissioni progettuali, tecniche, valutative, propositive e dispositive''.
Fra l'altro, secondo la procura Moretti non avrebbe valutato ''il pericolo costituito dalla presenza'' di picchetti come quello che, secondo l'accusa, squarciò la cisterna carica di gpl del convoglio che deragliò a Viareggio, e non lo avrebbe fatto neanche quando venne emanata, nel dicembre 2001, una Specifica Tecnica Rfi, ''che prevedeva, si', la sostituzione del tradizionale sistema di picchettazione'' ma ''per finalità solo commerciali, come quelle relative al miglioramento del comfort di viaggio ed alla riduzione dei costi e non per l'eliminazione di un elemento in sé pericoloso''.
L'ad di Fs non avrebbe poi valutato la possibilità di ridurre la ''velocità di transito lungo la tratta della stazione di Viareggio'' o di adottare ''meccanismi tali da garantire un'immediata frenatura del convoglio in caso di
svio''. Moretti non avrebbe poi assunto ''alcuna determinazione in merito alla necessità o almeno all'opportunità, di tenere adeguatamente separata la sede ferroviaria della stazione di Viareggio dalle contigue civili
abitazioni'' e non avrebbe proposto la ''realizzazione di separazioni, di barriere''.
"DANNI POTENZIALMENTE STERMINATI" - Il pm parla di danni "potenzialmente sterminati". I magistrati ricordano che ''da uno squarcio creatosi in conseguenza del rovesciamento dell'indicata cisterna sulla sede ferroviaria'' fuoriuscirono ''circa 45.700 Kg di gpl'' che poi esplosero. Nell'avviso chiusura indagini, i magistrati sottolineano poi la ''fondata situazione di pericolo di collisione'' con un ''altro convoglio ferroviario, circolante in senso opposto'' al treno merci deragliato, e la ''fondata situazione di pericolo di esplosione e/o incendio anche di tutti o parte degli altri 13 carri cisterna trainati dal treno indicato, parimenti trasportanti gas di petrolio liquefatto, merce pericolosa, con correlativo pericolo di produzione di danni potenzialmente sterminati''.
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