Umbria, 6 luglio 2012- E' di oggi la proposta di introdurre un test nelle scuole superiori umbre per monitorare il consumo di droga tra gli studenti. A farla è stata la consigliera e capogruppo dell'Udc in consiglio regionale, Sandra Monacelli, con la precisazione che i test dovrebbero servire "non per punire, ma come valido supporto alla conoscenza e all'aiuto. Perché è giunto il momento di iniziative, ancorché scomode ed impopolari, che dimostrino senso di responsabilità e soprattutto diano in modo diretto e chiaro un messaggio severo rispetto all'uso di sostanze stupefacenti".
La proposta, sebben non originale,visto che è gia stata fatta più volte negli ultimi anni in varie regioni italiane, ma ancora mai realizzata, assume una particolare valenza in una regione quale quella umbra, ben nota per la vendita e il consumo di sostanze stupefacenti. Come evidenzia la stessa Monacelli, "il progressivo dilagare della droga e della cultura dello sballo sta rappresentando in Umbria una pesante emergenza", soprattutto dal momento che quali sostanze assumere, ''si valuta solo in base ai costi sempre più bassi ed alla facilissima disponibilità. Soprattutto sulla piazza umbra''.
Secondo quanto ipotizzato dall'esponente dell'Udc in una mozione, i test sui ragazzi dovrebbero avvenire di concerto con le Asl, gli istituti scolastici e le famiglie, previa consultazione, e sottoposti a valutazione d'efficacia ogni 6 mesi.
Sandra Monacelli ha poi insistito "al di fuori di ogni ipocrisia la società deve prendere decisamente posizione sul fenomeno. Dobbiamo dire con forza che drogarsi fa male e che la lotta senza quartiere contro il consumo degli stupefacenti va attuata promuovendo uno stretto raccordo tra le istituzioni, a vario titolo coinvolte, rinsaldando in modo particolare
l'alleanza strategica tra scuola e famiglia. Per questo motivo, l'adozione di test antidroga presuppone una preventiva consultazione da parte del preside con la famiglia o con gli stessi studenti, in base alla loro età".LA REPLICA - Alla proposta ha replicato il capogruppo regionale della Lega Nord, Gianluca Cirignoni, affermando in una nota della Regione: "La proposta di Sandra Monacelli di istituire il test antidroga obbligatorio per gli studenti delle scuole medie superiori deve necessariamente essere oggetto di un serio e approfondito lavoro in sede di commissione sulle tossicodipendenze, prima di approdare in aula".
Il consigliere del Carroccio controbatte: "Come consigliere e genitore ritengo più opportuno che la Regione, eventualmente, incentivi e sostenga le famiglie che volessero far fare il test ai propri figli, mantenendo l'esito dei risultati all'interno di un ambiente protetto quale quello familiare''. E conclude con in mente forse un vecchio servizio delle Iene "sarebbe opportuno e giusto far fare il test, periodicamente, a consiglieri regionali e a tutti gli eletti nelle istituzioni".
Ma al di la del merito sulla proposta, che la situazione in Umbria sul fronte della droga sia da prendere di petto è chiaro a tutti e ben documentato dai dati raccolti dalla commissione d'inchiesta sulle tossicodipendenze del consiglio regionale, che solo una settimana fa ha discusso dell'argomento anche insieme alla commissione di inchiesta sulle infiltrazioni mafiose.
Infatti, in un'audizione delle responsabili dei dipartimenti per le dipendenze delle Asl regionali è emerso come il problema delle dipendenze dalle droghe, spesso assunte in un mix o associate al consumo di alcol, sia presente in ogni zona del territorio umbro, e vede un crescente numero di cocainomani e un ritorno al consumo di eroina anche fra utenti molto giovani. Secondo quanto suggerito dalla dirigente della Asl perugina un mutamento significativo sarebbe avvenuto a partire dal 1997, anno del terremoto, dell'incremento di fenomeni migratori inizialmente legati a motivi di lavoro e in seguito anche ad attività illecite, e del raddoppio di utenti del Sert perugino, che da 450 passano a 780.
La dottoressa Covino del Dipartimento dell'Asl 2 sempre durante l'audizione aveva argomentato maggiormente il punto specificando: "E' inevitabile pensare a collegamenti con le mafie, pur non disponendo di dati specifici. Sta di fatto che dal 1997 gli utenti del Sert sono raddoppiati. La ricostruzione post terremoto ha portato a una catena di subappalti a imprese di fuori regione. Altre problematiche sono state innestate dal fenomeno degli affitti in nero di qualsiasi tipo di locale. Il centro storico di Perugia si è progressivamente svuotato di servizi, in giro ci sono sempre meno persone. E' evidente che ci sono politiche da ripensare”.
Preoccupante anche il report “Mortalità per overdose da stupefacenti in Umbria” presentato dal dirigente del servizio regionale “Programmazione socio sanitaria”, Marcello Catanelli alle due commissioni d'inchiesta del consiglio regionale sempre venerdì scorso dal quale è emerso come nel 2011 le vittime di overdose sono state 26. Se poi si considerano anche le persone salvate dal 118 si devono aggiungere altre 178 persone che in un anno hanno rischiato di morire per overdose.“Siamo di fronte a dati molti preoccupanti e a strategie di contrasto non abbastanza efficaci", così Catanelli ha commentato la media di circa 23 vittime annue in Umbria per overdose, delle quali il 30 per cento provenienti da fuori regione. E ha proseguito: "l'andamento della mortalità per droga in Umbria è rimasto grosso, invariato negli ultimi anni, qualificandosi come un fenomeno endemico e un dato stabile che sembra non risentire degli interventi di contrasto messi in campo".
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