Perugia, 8 febbraio 2013 - IL SUO NOME è legato all’omicidio di Meredith Kercher. Fu lei, il sostituto commissario Monica Napoleoni, a capo della Sezione omicidi della questura, a occuparsi delle indagini svolte dalla procura di Perugia sul delitto di via della Pergola che tra poco verrà discusso in Cassazione. E ora il pm Giuseppe Petrazzini imputa alla Napoleoni, e a tre appartenenti alla questura, di aver effettuato accessi abusivi allo Sdi — il sistema informativo interforze — nei confronti di una psicologa, nominata dal tribunale nell’ambito di una diatriba personale tra la Napoleoni e il suo ex marito, e quindi «per finalità estranee all’attività di indagine». Ma il giudice Carla Giangamboni, alla quale la procura aveva sollecitato la sospensione dal servizio dei quattro, dopo averli interrogati, non ha ritenuto di condividere in pieno l’impianto accusatorio e ha emesso un provvedimento interdittivo solo contro uno degli agenti che avrebbe materialmente effettuato l’accesso abusivo per verificare le «annotazioni» della professionista: abitazione e auto.
LA POLIZIOTTA si era difesa sostenendo di aver avviato, anche sulla base di fonti confidenziali, alcuni accertamenti inerenti la possibilità che alla psicologa venissero delegati la maggior parte degli incarichi in materia di affidamento dei minori. Il gip ha sottolineato che la ricostruzione della Napoleoni «non appare di per sé inverosimile». «A conclusione dell’interrogatorio di garanzia, l’autorità preposta — spiega il suo difensore Nicola Di Mario — ha rigettato la richiesta di sospensione dal servizio valutando insussistenti, a carico dell’ufficiale i gravi indizi di colpevolezza». L’indagine era stata avviata dopo la denuncia per il danneggiamento dell’auto e per minacce anonime subite dalla psicologa. In seguito agli accertamenti, delegati alla stessa polizia, i quattro sono stati assegnati ad altri incarichi, sempre in questura.
Eri. P.
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