Foligno, 3 agosto 2016 - «SERENA amarezza». E’ quello che ha raccontato di aver provato il vescovo di Foligno Gualtiero Sigismondi quando gli è stato «vietato» di benedire il nuovo tracciato della 77 Val di Chienti. Il presule ha spiegato in un’intervista ai microfoni dell’emittente diocesana Radio Gente Umbra (andata in onda ieri sera) che era ben disposto alla benedizione dell’opera.
«MA APPENA 24 ore prima dell’inaugurazione – ha detto monsignor Sigismondi – l’Anas ha comunicato che la cerimonia, su suggerimento della Presidenza del Consiglio dei ministri, sarebbe stata prettamente laica e che, quindi, la benedizione non era prevista. «Seppure con serena amarezza – ha sottolineato il presule – ho comunque voluto partecipare a quel momento, visto che negli anni ho celebrato più volte l’Eucaristia all’interno dei cantieri delle gallerie, insieme agli operai, in occasione della memoria di santa Barbara. Saluto con gioia l’apertura della 77 Val di Chienti, che segue il tracciato dell’antica Via Lauretana, percorsa nei secoli, fino ad oggi, da tanti pellegrini per raggiungere il Santuario di Loreto o per recarsi a Roma presso le tombe dei ‘Principi degli Apostoli’. Ma le radici cristiane della nostra terra non possono essere ignorate, calpestate o sradicate: soltanto un’identità spirituale, e dunque culturale, più chiara e serena, senza complessi, è la via maestra, l’autostrada, per continuare ad attraversare i giorni della storia».
MONSIGNOR Sigismondi aveva preparato anche questa preghiera nel caso ci fosse stata la benedizione. «Dio di infinita Misericordia, che sei sempre vicino ai tuoi figli pellegrini nel tempo e nello spazio, benedici quanti hanno progettato e realizzato questa arteria stradale che, correndo lungo il tracciato dell’antica Via Lauretana, merita il nome di Freccia Lauretana. Accogli in Paradiso coloro che sono morti nei cantieri di questa grande opera e concedi ai loro familiari di fermarsi nell’area di servizio della speranza Pasquale. Accompagna quanti transiteranno per questa via che collega l’Appennino all’Adriatico, unendo l’altezza e la bellezza dei monti alla profondità e alla limpidezza del mare. Il tuo Angelo santo li preceda e li accompagni. Amen». Poi il vescovo, a conclusione dell’intervista ha aggiunto: «Seppure nel silenzio ho comunque benedetto quella strada, già benedetta dai pellegrini che ne hanno tracciato il percorso e dal sudore della fronte di chi l’ha realizzata».