Perugia, 15 maggio 2022 - Chi sa, chi può aver visto qualcosa, anche un dettaglio, il più insignificante, parli. Suona più o meno così l’appello di Anna Marra, sorella di Sonia, scomparsa da Perugia il 16 novembre 2006 e mai più ritrovata. Un appello ad aggiungere anche un minimo, fragile tassello a un intricato mosaico che, 15 anni dopo, non ha avuto ancora soluzione. Un lungo processo per omicidio si è concluso con l’assoluzione dell’uomo accusato del delitto, giudicato estraneo all’accaduto.
Era arrivato a conclusione della rinnovata indagine che la Procura della Repubblica di Perugia aveva intrapreso dopo aver valutato e abbandonato la prima pista imboccata dalle indagini che guardavano all’ambiente in cui Sonia lavorava e che ruotavano intorno a Montemorcino. A Montemorcino la ragazza aveva conosciuto anche l’uomo a lungo indicato come il responsabile della sua morte dagli investigatori, ma come detto, anche quella ricostruzione non aveva retto al vaglio del processo. Nessun colpevole al momento, nessun corpo a cui dare sepoltura e su cui piangere, come invece i familiari sono tornati a chiedere nei giorni scorsi, rinnovando la richiesta, a chi sa, di fare un passo avanti, uscire dal silenzio. "Noi familiari, con il nostro avvocato, Alessandro Vesi, faremo tutto quello che è nelle nostre possibilità per far venire a galla la verità".
Non si arrendono Anna e i suoi familiari, non si arrende il loro legale che, in occasione della presentazione del libro di Alvaro Fiorucci dedicato al mistero di Sonia, ha ribadito come stiano svolgendo un’attenta attività di rilettura degli atti e degli elementi, quelli utilizzati in passato e quelli lasciati da parte, spunti investigativi che potrebbero avere necessità di essere approfonditi ulteriormente, riconsiderati. Ma anche eventuali testimoni che potrebbero essere sentiti o risentiti. L’obiettivo è quello di chiedere una riapertura delle indagini, affinché la scomparsa di Sonia, per la Procura il delitto della studentessa, abbia un responsabile e una spiegazione. Una ricerca che è resa ancora più complicata dal tempo trascorso, oltre 15 anni, ma nella quale i familiari continuano e continueranno a credere sempre, finché non sarà raggiunta. Il caso di Sonia Marra, insomma, per i familiari e il loro legale, non è chiuso, impensabile arrendersi all’idea che un responsabile non ci sia.
La sentenza definitiva di assoluzione dell’unico imputato potrebbe significare che una pista seguita non è quella giusta, ma, ipotizzano, non che sia l’unica possibile per risolvere il mistero.