Perugia, 27 ottobre 2016 - A poca distanza dal confine con le Marche, Preci ha vissuto in prima linea lo sciame sismico di mercoledì 26 ottobre. "Il terremoto non ci abbandona, le scosse non ci mollano, eccone una anche ora", dice il sindaco Pietro Bellini al telefono con l'Ansa. Una situazione di grande tensione. Il problema di Preci riguarda soprattutto due fronti: quello delle strade di accesso al paese interrotte per frane e quello dell'energia elettrica che va e che viene. "Entrambi questi aspetti sono in via di miglioramento - dice il sindaco - Abbiamo in particolare una azienda per l'economia molto importante, una ditta che si occupa di prosciutti". Preci ha poco più di 750 abitanti. Per quanto riguarda i danni, quelli principali sono al rosone dell'abbazia di Sant'Eutizio, che è rimasta lesionata nella facciata. Si tratta di uno splendido esempio di arte romanica.
«È la paura della gente il primo problema», dice Bellini, che dalla prima scossa di ieri ha dovuto chiudere il centro operativo comunale, inagibile, e trasferire soccorsi e assistenza al locale Centro Caritas. «Abbiamo dato assistenza - riferisce il sindaco - a oltre 150 persone. E trovare un ricovero per questa gente adesso è la prima delle emergenze». Non si segnalano feriti. I controlli sulla stabilità degli edifici proseguono anche e soprattutto nelle frazioni.
#umbria #terremoto @ingnberni sulla strada per Preci pic.twitter.com/OsKRrZ58L6
— Mirella Castrichini (@micastrichini) 26 ottobre 2016