SARA MINCIARONI
Cronaca

«Stop» alla tratta di esseri umani. La Polizia ferma tredici persone

Maxi-indagine della Polizia in Sardegna: arresti anche a Perugia

L’operazione condotta dalla Polizia di Cagliari sulla tratta di esseri umani e lo sfruttamento della prostituzione

L’operazione condotta dalla Polizia di Cagliari sulla tratta di esseri umani e lo sfruttamento della prostituzione

Perugia, 9 giugno 2017 - Attirati con la falsa promessa di un lavoro, mentre le loro donne venivano messe a vendersi per strada. E’ la tratta degli esseri umani. Le persone trattate come se valessero nulla e rese schiave per quel debito contratto per venire in Italia con il gommone. Recheal Chukwudi è stato arrestato ieri mattina all’alba a Perugia città. Con lui altri 13 indagati in un’attività investigativa, coordinata dalla DDA, scaturita a seguito di alcune denunce presentate da giovani donne provenienti dal Ghana e dalla Nigeria, dedite alla prostituzione nella periferia di Cagliari. Inchiesta che collega l’Umbria alla Sardegna, da dove è partita l’operazione ma misure sono state eseguite anche a Reggio Calabria, Pistoia e Pescara.

GLI INDAGATI sono stati tutti sottoposti a fermo di indiziato di delitto per aver, secondo l’accusa, concorso a vario titolo ai reati di tratta, riduzione in schiavitù, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione. Le indagini hanno consentito – come è stato riferito nel corso della conferenza stampa della Mobile sarda - di disarticolare diversi sodalizi criminali, di matrice nigeriana, operanti a Cagliari, che rappresentano l’anello finale di una rete transazionale, senza scrupoli, dedita al traffico di esseri umani.

SECONDO quanto emerso dalle indagini, i migranti provenienti dagli stati centrali dell’Africa, condotti fino in Libia, venivano trattenuti presso alcuni campi appositamente attrezzati e successivamente trasportati in Italia a bordo di gommoni. I 13 indagati con la falsa promessa di un impiego lavorativo, reclutavano le giovani donne provenienti dalla Nigeria e, con la minaccia di riti magici, le obbligavano all’esercizio della prostituzione al fine di saldare il debito da loro contratto per il trasporto in Italia, avente un costo di circa 25 o 30 mila euro.

LE DONNE che doveva prostituirsi venivano segregate – secondo quanto emerso dalle indagini - per diversi giorni, in piccoli appartamenti senza la possibilità di comunicare con l’esterno. Venivano pressate, la loro volontà piegata ricorrendo alle pressioni religiose. Le convincevano a vendersi dicendogli che altrimenti le avrebbero colpite con riti voodoo contro di loro. Adesso andrà chiarito il ruolo del nigeriano arrestato a Perugia nell’ambito dell’inchiesta.