Perugia, 10 ottobre 2015 - "Avances in carcere? Sì ci sono state. Non mi hanno certo fatto piacere ma ho dovuto realizzare anche questo in carcere". A dirlo è Raffaele Sollecito, definitivamente assolto per il delitto di Meredith Kercher. Sollecito ha parlato durante la trasmissione "OpenSpace", domenica in prima serata su Italia Uno. Tra le anticipazioni appunto, quella che riguarda l'intervista al ragazzo che per lungo tempo è stato recluso in carcere.
"Sì, ci sono varie vicissitudini di attenzioni, non di violenze. Ci sono degli angoli molto particolari tipo le docce piuttosto che la tromba delle scale, punti pericolosi dove non ci sono telecamere e ci sono momenti di passaggio in cui le guardie non ti seguono. Quindi, è lì che i detenuti che vogliono rivalersi di qualcosa e fare un attentato nei confronti di un altro, fanno delle violenze. Io non sono mai stato oggetto di violenze [...], parlavo di avances, attenzioni particolari ossia quando c'era qualche detenuto che aveva mancanze 'affettive' abbastanza forti, indipendentemente dalla sua sessualità, tentava approcci. Ci hanno provato? Sì, anche quando non me lo aspettavo, qualche volta è successo. Questa cosa non mi ha fatto per niente piacere, ma ho dovuto realizzare anche questo in carcere", le parole di Sollecito.
Alla domanda della giornalista Nadia Toffa se abbia intenzione di chiedere il risarcimento per quello che gli è successo, Sollecito risponde: "Questa cosa è una cosa di cui si occupano i miei avvocati, quello che mi preme di più, in realtà, è portare all'attenzione di tutti quali sono gli errori e le responsabilità singole. Sarebbe giusto che le persone che hanno sbagliato si assumessero le loro responsabilità… Io non cerco vendetta, non voglio che queste persone vengano punite".