Perugia, 17 marzo 2016 - Sarà la provincia di Perugia a sperimentare per prima, in Umbria, gli effetti del piano di riorganizzazione di Poste Italiane. A partire dal mese di agosto infatti la «mannaia» dei tagli si abbatterà su 114 zone di recapito del territorio (ancora da individuare), con conseguente riduzione di personale. A lanciare l’allarme è la Failp Cisal, che prevede 93 esuberi. Il piano industriale dell’azienda troverà applicazione su tutto il territorio nazionale, ma nel Perugino il dazio da pagare sembra decisamente alto. «In Umbria – spiega il segretario regionale di Failp Cisal, Giuliano Tognellini – l’avvio della riorganizzazione era previsto per i primi mesi del 2017 e invece i tempi sono stati anticipati. Da agosto – continua il sindacalista – saranno tagliate oltre cento zone di recapito del territorio provinciale, con una riduzione del personale di 93 unità».
UNA CIFRA che – sottolinea Tognellini – «corrisponde al 30% del personale impegnato nella consegna della posta». Significa, spiega il numero uno di Failp Cisal, «che è probabile che non verranno più rinnovati i contratti a tempo determinato, che verranno incentivati i prepensionamenti e che il personale verrà spostato ad esempio agli sportelli». Ma non solo. Ad agosto infatti prenderà il via anche la consegna della posta a giorni alterni. «A oggi ciascun postino deve occuparsi di una zona – evidenzia Tognellini – ma con la nuova riforma ne dovrà gestire due, a giorni alternati. Questo significa che le zone saranno servite a ‘singhiozzo’».
UNA RIVOLUZIONE che comporterà non solo un esubero di personale ma anche, dicono i sindacati, un aumento dei carichi di lavoro e una riduzione della qualità del servizio per i cittadini. Nelle città in cui è scattata la consegna a giorni alterni, sostiene Tognellini, «sono state registrate molte difficoltà e la posta arriva con lentezza». Per questo il sindacato vuole fare chiarezza e lancia un appello a Poste Italiane.
«LO SCORSO SETTEMBRE abbiamo sottoscritto un accordo con l’azienda – ricorda Tognellini – con la garanzia della sua unicità e del ricollocamento del personale, che resta per noi un punto fermo. Nessuno avrebbe perso il posto, questo ci era stato assicurato. Ora, però, vogliamo capire se la riorganizzazione funzionerà e soprattutto in che modo, sia per l’interesse dei lavoratori che dei cittadini».
IL RISCHIO è che la corrispondenza si accumuli e il recapito diventi meno efficiente, con conseguenti disagi per gli utenti e con i postini costretti a macinare un numero consistente di chilometri. «Cosa altamente probabile nel nostro territorio – conclude Tognellini – caratterizzato da piccoli centri distanti tra loro e non sempre raggiungibili facilmente».