Viareggio, 9 settembre 2017 - Ci ha provato con una lettera di diffida. Dopo l’esclusione ufficiale – rimediata il 10 agosto – il carrista Simone Politi si è rivolto all’avvocato Maria Teresa Grassi. Determinato a rientrare nel mondo del Carnevale. Da cui, per ragioni certificate di salute, lo scorso anno ha preso una pausa. Ma pronto a ripartire con il bozzetto di ‘Guida Pericolosa’, presentato nei termini della scadenza. Per far valere le sue ragioni ha già dato mandato al suo legale di procedere «per la tutela dei suoi diritti in tutte le sedi giurisdizionali competenti», compreso il Tar.
E’ preciso, e molto semplice, il documento inviato alla Fondazione dall’avvocato Grassi lo scorso 22 agosto. Che parte da un dato, ovvero che quello dell’artigiano carrista «è un requisito personale, e non può che essere posseduto dalla persona fisica». Dunque non della struttura societaria. L’assunto è che, nella società da cui è recentemente recesso, la Fantasticarte, Simone Politi era l’artigiano carrista. Nelle premesse tutta la storia professionale, da quando «giovanissimo» Politi ha iniziato a collaborare con i vecchi ‘maestri carristi’ nei baracconi di via Marco Polo. L’esordio nel 1983 con la prima maschera isolata, nel 1989 la costituzione della ditta individuale e la scalata dalle mascherate di gruppo ai carri di primo categoria, in cui approdò nel 2000. E’ nel 2005 che Politi conferisce la sua ditta individuale nella società Fantasticarte, costituita con la compagna Priscilla Borri. «Nell’ambito della società – specifica l’avvocato Grassi – Politi ha rappresentato da solo l’artigiano carrista». Nella società Fantasticarte della realizzazione del carro allegorico «si è sempre occupato il solo Politi»; «mentre la socia si è sempre occupata dell’attività amministrativo-contabile e commerciale». E’ Politi che ha conseguito l’abilitazione Rina per la saldatura ad elettrodo, e ancora lui nel 2013 ha ricevuto dalla Regione Toscana (primo tra i costruttori del Carnevale di Viareggio) il riconoscimento di maestro artigiano.
Stando al regolamento di partecipazione alla manifestazione, disposto dalla Fondazione, l’articolo 5 garantisce il diritto di prelazione per l’ammissione ai ‘costruttori artigiani’ che abbiano partecipato ad almeno un’edizione del Carnevale nel biennio 2016- 2017. E specifica inoltre che «l’affidamento (dell’opera ndr) risulta conferito ai ‘costruttori’ intesi come artisti artigiani». «E’ quindi innegabile, ai sensi del regolamento, che la prelazione – puntualizza il legale – non possa che essere accordata al carrista persona fisica che abbia partecipato ad almeno un’edizione nel biennio precedente. In altri termini – specifica l’avvocato Grassi – ciò che conta è la professionalità e la capacità del progettista». Da qui la richiesta di riammissione, a cui la Fondazione però ha già risposto ‘picche’.
Martina Del Chicca